Moria di cozze nell’Adriatico vastese. Il fenomeno più volte segnalato alle autorità competenti si è ripetuto in questi giorni. Il 70% dei mitili è morto. I produttori disperati chiedono rimedi e politiche ambientali. La Flag Costa dei Trabocchi e la Federagripesca invocano risarcimenti.
IL DRAMMA DI ACQUACHIARA. “Per noi è un danno economico grandissimo”, denuncia Maurizio Di Pietro della società Acquachiara che produce mitili al largo di Vasto. Il problema sta colpendo l’ intera filiera dei produttori (OP) Costa dei Trabocchi, che riunisce gli impianti di mitilicoltura compresi tra Ortona e Vasto. La devastante moria di cozze, simile ad un’epidemia, rischia di compromettere l’intero settore sia dal punto di vista economico che occupazionale. Maurizio Di Pietro, presidente della OP che include i cinque impianti gestiti dalle società Mitilmare, Biomare, Silmar, Acquachiara e ditta Spinelli Antonio, con 40 addetti, è sconcertato. Di Pietro racconta che negli ultimi anni, nel periodo compreso tra agosto e ottobre, i mitili sono morti tutti.
LE ORIGINI.Gli impianti di mitilicoltura sono sorti lungo l’Adriatico poco più di un ventennio fa come alternativa alla pesca di sfruttamento. Poi si sono ampliati e perfezionati fino a raggiungere un importante indotto di addetti con numeri di fatturato anche importanti. “Negli ultimi due anni”, spiega Di Pietro “siamo passati a circa 70% del prodotto con notevoli conseguenze finanziarie e occupazionali. Il problema che quest’anno ci penalizza maggiormente è la moria del seme che avevamo già in produzione per la raccolta 2020; ne è morto il 50%, con gravi conseguenze per la stagione prossima”. La società Acquachiara ha un organico di 16 addetti tra stagionali e fissi, con un punto vendita a Vasto di frutti di mare. “Siamo controllati costantemente dalle ASL locali servizio veterinario di zona ma anche dall’Università di Teramo e dall’Arta. Se di cambiamenti climatici si tratta pensiamo che possano portare a malattie che si sono sviluppate fra i frutti di mare”. Il danno calcolato quest’anno è di circa 700-800 mila euro. Gli acquacoltori invocano chiarezza e soluzioni e un adeguato risarcimento.
FLAG. Duro l’intervento di Franco Ricci, presidente del FLAG Costa dei Trabocchi, che conta tra i suoi soci anche la società Acquachiara srl di Vasto. “Quello che è accaduto è un vero e proprio dramma per i nostri produttori”, conferma Ricci. “La FLAG Costa dei Trabocchi vuole far luce su quanto accaduto e scoprire le cause. E’ necessario poi intraprendere subito un percorso che possa portare, nel minor tempo possibile, al risarcimento dei danni per i produttori, per evitare di mettere in ginocchio un’intera categoria”.
FEDAGRIPESCA. Anche Paola D’Angelo, vicepresidente di FedAgriPesca ritiene necessario affiancare alle politiche di incentivazione del settore misure a sostegno degli operatori. ” E’ un caso di calamità”, dice Paola D’Angelo “proprio come avviene in agricoltura. Senza aiuto si rischia di vanificare tutte le attività e gli investimenti fatti. E’ bene ricordare, inoltre, che i pescatori e gli operatori del settore ittico vivono grazie al mare e, contrariamente a quanto spesso si sostiene, non distruggono l’ambiente ma subiscono i danni ambientali. E’ fondamentale, quindi, prevedere delle politiche ambientali più efficaci a tutela del mare e, di riflesso, del settore ittico che vive di questo”.
Paola Calvano (Il Centro)