“Buongiorno, sono Franco Corleone”. L’ex sottosegretario alla Giustizia e garante dei detenuti si è presentato con estrema semplicità ieri mattina ai detenuti della Casa lavoro di Torre Sinello che si affacciavano curiosi alle sbarre. Con lui il garante dei detenuti nominato dalla Regione, Gianmarco Cifaldi, la direttrice dell’istituto di pena, Giuseppina Ruggero, rappresentanti della Regione, educatori e due ricercatrici dell’Università di Firenze che stanno analizzando il fenomeno delle misure di sicurezza.
Le autorità, accompagnate dalla direttrice della Casa lavoro e dalla polizia penitenziaria hanno visitato l’istituto di pena annotando le richieste dei detenuti e le condizioni della struttura. Tanti quelli che hanno chiesto ascolto. Qualcuno ha preferito restare lontano dalla grata che chiude la cella. Altri hanno ostentato indifferenza.
Nel visitare il braccio destinato agli internati che non hanno finito la loro pena ma che conservano una pericolosità sociale e che va eliminata attraverso il lavoro, Corleone ha ribadito che la rieducazione di un detenuto può avvenire anche aprendo le sbarre.
“Penso che sia più importante prevenire“, ha detto il sottosegretario alla Giustizia. “Prevenire la povertà per esempio può evitare tanto disagio. Prevenire e rieducare piuttosto che richiudere”, ha sostenuto il politico ribadendo quanto scritto nel suo libro, “Carcere, giustizia, ripartire dalla Costituzione”.
“Sono qui per vedere come vivono questi internati”, ha spiegato “di cosa hanno bisogno,, come riescono a inserirsi nel mondo del lavoro. La mia visita istituzionale in questa casa lavoro è per aiutare queste persone a risalire la china”. Per questo Corleone ha ascoltato diverse storie.
“La visita in un carcere “, ha proseguito il sottosegretario “ha anche lo scopo di aprire all’opinione pubblica il mondo del carcere nella speranza che la detenzione possa migliorare “.
Accanto a lui il garante dei detenuti, Gianmarco Cifaldi, i consiglieri regionali Pietro Smargiassi (M5S), Sabrina Bocchino e Manuele Marcovecchio (Lega). I rappresentanti delle istituzioni si sono detti pronti a lavorare in modo sinergico.
Il comandante di reparto, commissario e coordinatore, Nicola Pellicciaro insieme al funzionario giuridico pedagogico, Lucio Di Blasio hanno coordinato le operazioni delle due ricercatrici.
A Vasto sono detenute circa 150 persone, 30 detenuti e 120 internati. Una popolazione detenuta estremamente eterogenea che determina anche un duro lavoro da parte degli agenti. Una realtà complessa che ieri è stata esaminata e analizzata con estrema cura. La Casa lavoro è strutturata su tre livelli , in ogni piano ci sono 25 camere di pernottamento. La vigilanza è affidata ad un comandante di reparto con qualifica di commissario, 7 ispettori, 6 sovrintendenti e 104 agenti.
Paola Calvano (Il Centro)