Sono il luogotenente Antonello Carnevale, comandante della stazione di San Salvo e il maresciallo Giuseppe Mancino i due carabinieri della locale stazione di San Salvo arresrati ieri dalla Direzione distrettuale antimafia de L’Aquila. Su di loro pesa l’accusa di detenzione illegale di di 5 scatole di munizioni da guerra, peculato a causa del mancato sequestro di banconote contraffatte, utilizzo del sistema informatico protetto da misure di sicurezza e la diffusione di immagini coperte dal segreto istruttorio. Per il luogotenente Carnavale pende solo l’accusa di peculato per non aver sequestrato poco meno di 1.500 euro in banconote contraffatte sequestrate nei pressi del centro commerciale Insieme a Piana Sant’Angelo dopo una perquisizione.
A finire nei guai anche altre quattro persone. L’arresto di ieri, che ha sortito molto clamore in città, è il risultato di una indagine iniziata 5 mesi fa da parte della Direzione distrettuale antimafia a seguito dell’accesso abusivo ad un sistema informatico.
“Il maresciallo Mancino in concorso con due conoscenti – come riporta il quotidiano Il Centro in un articolo a firma della collega Paola Calvano – dopo essersi introdotto abusivamente all’interno di un sistema informatico protetto da misure di sicurezza, utilizzando le proprie credenziali che aveva in qualità di investigatore delle forze di polizia, in due occasioni avrebbe effettuato su richiesta degli amici indagini su altre persone e non certo per motivi di servizio”.
Secondo la Dda – si legge ancora su Il Centro – il sottufficiale abusando della sua veste di investigatore avrebbe mostrato e inviato immagini coperte dal segreto istruttorio su una delicata inchiesta ad un congiunto e ad un legale del foro di Vasto. Il legale è stato indagato per aver istigato il militare a commettere il reato”.
I due carabinieri respingono tutte le accuse.