L’Arta durante l’ultimo incendio che ha interessato la terza vasca del Civeta, quella posta sotto sequestro dalla Procura, non ha monitorato le polveri nell’aria, uno dei principali parametri previsti dalla legge. A rimarcarlo è il Comitato per la difesa del comprensorio vastese che, dopo l’affollata assemblea pubblica tenuta nei giorni scorsi nell’aula consiliare del comune di Cupello, torna alla carica per censurare “i limiti strutturali dell’Agenzia regionale dell’ambiente” e “la confusione dei vari soggetti pubblici coinvolti”.
Continua a tenere banco il rogo – il quinto nel giro di due anni – che domenica scorsa si è sprigionato nella discarica gestita da Cupello Ambiente, mettendo in luce una serie di problematiche irrisolte. Anche se amministratori locali e regionali fanno a gara in queste ore per rassicurare i residenti di Cupello e dei comuni vicini circa l’assenza di emissioni nocive, quanto accaduto non fa dormire sonni tranquilli a quanti sono stati costretti a convivere con le esalazioni provenienti dai rifiuti andati a fuoco. I dati diffusi dall’Arta, in particolare, non convincono i referenti del Comitato cittadino.
“Mancano sia uno studio di modellistica sulla ricaduta degli inquinanti in modo tale da indirizzare al meglio i campionamenti sulla base dei parametri morfologici del terreno e meteorologici in quelle ore, sia le concentrazioni dei parametri ricercati che pare siano riportati in una seconda relazione per ora non pubblicata”, sostengono i rappresentanti del sodalizio, “emerge comunque che l’Arta non ha campionato varie altre sostanze tra cui le polveri, uno dei parametri cardine della legge sulla qualità dell’aria e uno dei fattori più delicati per quanto riguarda l’impatto immediato sulla salute in seguito all’esposizione nel brevissimo periodo. Tra l’altro bastava guardare le immagini per capire che, a causa delle condizioni atmosferiche locali, i cittadini per ore hanno dovuto respirare una nube acre. In assenza di dati disponibili su tale parametro fondamentale e, considerate anche le immagini inequivocabili, sono state del tutto fuori luogo nei primi giorni le parole tranquillizzanti nei confronti della popolazione. Noi apprezziamo il lavoro in condizioni difficoltose del personale dell’Agenzia, così come quello degli altri operatori accorsi, ma i limiti strutturali devono essere evidenziati e non sottaciuti (o addirittura spingersi ad affermare che la situazione era buona) soprattutto se riguardano dati di fondamentale importanza per prendere le decisioni adeguate”, concludono.
Anna Bontempo (Il Centro)