Sul tema CIVETA occorre fare chiarezza anche per spiegare le ragioni di fondo che sono alla base della richiesta di dimissioni del Sindaco di Cupello proposta dai consiglieri D’Amico e Pollutri e condiviso dai sostenitori dell’associazione “Insieme per Cupello”.
Già dall’aprile di quest’anno – dopo circa un mese dal sequestro disposto dalla Magistratura della cosiddetta terza vasca, gestita dalla Cupello Ambiente – abbiamo sostenuto, tra l’altro, che quella discarica non potesse essere abbandonata in quella maniera, che i rifiuti non potessero rimanere a cielo aperto e che la discarica andasse “coltivata”. A questo proposito abbiamo presentato apposita istanza al Giudice per le indagini preliminari e al Procuratore della Repubblica di Vasto per chiedere il dissequestro della terza vasca del CIVETA, necessario per la sua messa in sicurezza.
Ci è stato risposto in maniera arrogante dall’allora Sindaco f.f. di Cupello Travaglini e dal suo predecessore Marcovecchio, che quella discarica non poteva essere affatto toccata, poiché vi era un’indagine della Magistratura.
Nel frattempo si sono verificati svariati incendi in quella stessa discarica sottoposta a sequestro e abbandonata a se stessa.
I Sindaci di Cupello Marcovecchio, Travaglini e Di Florio (in straordinaria continuità) hanno reso noti i risultati dell’Arta, tranquillizzando la cittadinanza e respingendo, con incredibile arroganza e mancanza di senso istituzionale, ogni invito a mettere in sicurezza quella discarica, riproponendo l’argomentazione della “discarica sotto sequestro”.
Tale schema, l’amministrazione Di Florio ha tentato di riproporlo anche davanti all’ultimo e più importante incendio dello scorso 20 e 21 ottobre.
Nel caso di specie, però, la cittadinanza di Cupello e dei comuni limitrofi, particolarmente interessati ai fumi provenienti dal grosso incendio, non hanno consentito tale comoda scorciatoia e hanno pressato gli amministratori a fornire risposte e chiarimenti più specifici.
E allora è capitato che i risultati dell’Arta, che sono stati trionfalisticamente sbandierati all’opinione pubblica per rassicurarla, sono stati analizzati con un minimo di attenzione e si è visto che quei risultati non erano affatto rassicuranti, bensì alquanto allarmanti.
Il che già di per se dovrebbe indurre il Sindaco di Cupello a un atteggiamento responsabile e rispettoso delle Istituzioni, rassegnando immediatamente le sue dimissioni.
Ciò non è accaduto.
É cominciata, invece, una corsa a dissociarsi, a fornire spiegazioni le più stravaganti possibili, che però hanno messo a nudo quanto l’atteggiamento dell’amministrazione comunale di Cupello (in continuità con quella precedente) fosse clamorosamente inadeguato e incredibilmente dannoso per la salute pubblica e per l’ambiente.
In ordine di tempo, subito dopo le parole del Sindaco di Cupello, tendenti a sminuire l’accaduto (e clamorosamente smentite, giova ribadirlo) è però, intervenuto il Commissario Straordinario del CIVETA; dopo di lui è pure intervenuto l’assessore Campitelli, poi ancora il Consigliere Regionale e Presidente della Commissione Ambiente Marcovecchio, il Presidente della Regione Abruzzo e, per la prima volta, ha fatto sentire la sua voce anche il Presidente del Consiglio Comunale di Cupello D’Angelo.
Il Commissario Straordinario del CIVETA in una sua intervista agli organi di stampa locale ha dichiarato che “…purtroppo all’evidenza, durante questo periodo di sequestro, è stata mal manutenuta. Le discariche si coltivano, le discariche quotidianamente devono essere attenzionate…..”.
Il Commissario Straordinario del CIVETA, poi, ha evidenziato come l’ultimo e più grave incendio, al pari degli altri, si era sviluppato per autocombustione, proprio perché“ mal manutenuta “.
Il dibattito politico, quindi, a questo punto – al di là di qualche goffo tentativo di sviare – dev’essere il seguente: CHI AVEVA IL DOVERE DI MANUTENERE E SORVEGLIARE LA VASCA?
Non vogliamo certo limitare la fantasia di chi risponderà al quesito; ci sia consentito, però, di precederli su un aspetto: non riproponessero la “barzelletta” del sequestro penale.
Perché in tal caso dovranno chiarire se le loro competenze portano ad affermare che una discarica sotto sequestro dev’essere lasciata in abbandono e in condizioni di produrre autocombustioni o se invece si poteva fare dell’altro, come dice il Commissario Straordinario del CIVETA.
E gli potremmo pure chiedere: come mai solo ora si stanno muovendo l’amministrazione comunale di Cupello e quella regionale, dello stesso colore politico, per “mettere in sicurezza la discarica”?
A quel punto il dibattito politico dovrebbe svilupparsi su un altro tema: CHIPAGA I DANNI ALLA SALUTE E ALL’AMBIENTE?
Perché, solo per precisare, in materia di tutela dell’ambiente vale il principio comunemente riassunto nella frase ” chi inquina paga”.
Si sentirà inutilmente chiamato in ballo il Presidente del Consiglio Comunale di Cupello, ma non se ne dispiaccia, perché lo associamo – a conclusione del discorso – al Presidente delle Regione Abruzzo, perchéquello che lui dice fa il paio con quanto sostenuto proprio dal Presidente Marsilio.
Sostengono i Presidenti (e non vorremmo dimenticare quello della Commissione Ambiente della Regione Abruzzo) che il problema sarebbe stato l’affidamento a un privato della realizzazione e gestione della cosiddetta terza vasca.
La questione non è rilevante in questo momento, perché si deve prima governare il presente e rintracciare i responsabili di tale disastro e, poi, semmai, occuparsi del passato.
Riteniamo, infatti, che chi non sappia governare il presente farebbe bene ad astenersi dal commentare il passato.
La questione che qui più interessa è la seguente: è risultata evidente una cattiva gestione da parte del Sindaco di Cupello, massima Autorità Sanitaria sul territorio, e del Presidente della Regione Abruzzo (con poteri sostitutivi rispetto al Sindaco) a “governare” una discarica sotto sequestro.
Per tali motivi abbiamo chiesto le dimissioni del Sindaco Di Florio, individuando una sua precisa responsabilità politica nella situazione venutasi a creare; e abbiamo pure chiesto l’intervento del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio affinché con l’esercizio del suo potere sostitutivo sul Sindaco e sul Presidente della Regione risolva l’emergenza; e affinché con il suo potere ispettivo rintracci le responsabilità per l’accaduto e sanzioni chi ha sbagliato con congruo risarcimento dei danni alla salute e all’ambiente.
L’associazione “Insieme per Cupello”