E stata la testimonianza di A.B. di Termoli, presunta vittima di un attentato compiuto dal clan diretto da Eugenio Ferrazzo a impegnare ieri mattina i giudici del tribunale di Pescara per il processo “Isola felice” con 106 imputati, una vicenda che ruota intorno a presunte infiltrazioni della ’ndrangheta nel Vastese.
L’uomo avrebbe escluso la responsabilità del clan. I giudici (Villani, De Renzis e Di Felice, pm Gallo) non hanno potuto ascoltare i periti perchè assenti per impedimenti. L’udienza è stata aggiornata al 4 febbraio 2020. Grande è l’attesa per le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia di origine colombiana.
Su 14 persone chiamate a testimoniare dal pm dall’inizio delle udienze, solo due hanno ammesso di aver subito piccoli reati. Gli altri hanno smentito Eugenio Ferrazzo, il collaboratore di giustizia di 41 anni protagonista dell’inchiesta. Per 12 testimoni è stato chiesta la remissione degli atti alla Procura ipotizzando i reati di falsa testimonianza, reticenza e favoreggiamento. Molti degli imputati risiedono a San Salvo e nel Vastese. Secondo la Dia, la ’ndrangheta avrebbe in passato cercato più volte di mettere radici a San Salvo allargandosi poi a tutta la regione.
Paola Calvano (Il Centro)