“Finora sono andato almeno dieci volte al Centro per l’Impiego, ma del lavoro neanche l’ombra”. Mario, 44 anni, con moglie e una bambina piccola a carico, è uno dei tanti percettori del reddito di cittadinanza, che nel Vastese sono circa mille. Dal mese di aprile riceve 900 euro al mese, ma per starsene a casa. Nella stessa identica situazione sono le altre persone che hanno ricevuto l’indennità e che vorrebbero trovare una occupazione. Ma il lavoro, al momento, resta una chimera.
Nella prima decade di settembre presso il Centro per l’impiego di Vasto si sono insediati quattro “Navigator”, cioè professionisti che devono affiancare gli operatori del Cpi e aiutare i beneficiari del reddito a trovare una occupazione. Un’impresa non di poco conto, che in caso di fallimento non farebbe altro che avallare la tesi secondo cui il reddito di cittadinanza, lungi dall’essere un meccanismo per le politiche attive del lavoro, sarebbe solo una misura assistenziale, anche se il beneficiario è obbligato a sottoscrivere un accordo con cui si impegna a frequentare corsi di formazione e partecipare a lavori socialmente utili. Dovrà inoltre accettare almeno una delle tre offerte di lavoro che gli verranno proposte, pena la perdita del diritto al reddito.
“Siamo nella fase della convocazione dei percettori del reddito di cittadinanza, che nel Vastese sono circa mille, per la stipula del Patto del lavoro”, spiega Orlando Pierantonio, direttore del Centro per l’impiego di Vasto, “i Navigator stanno effettuando colloqui per verificare attitudini, qualifiche e disponibilità. La fase successiva sarà dedicata all’incrocio della domanda e dell’offerta, attraverso una piattaforma informatica che non è ancora stata attivata. Praticamente siamo ancora in alto mare, anche se sarà mia cura avviare incontri con aziende, patronati e consulenti per fornire tutte le informazioni utili sulle modalità di attuazione del reddito di cittadinanza”, conclude il direttore.
Ma la realtà è molto complicata e il funzionario lo sa bene, così come ne sono consapevoli i percettori del reddito.
“Ci hanno promesso il lavoro, invece sono sette mesi che scaldo la poltrona di casa, in attesa di una chiamata”, confida Gennaro, 55 anni, disoccupato di lungo corso, “piuttosto che percepire l’indennità preferirei di gran lunga lavorare”.
Una partita, quella del reddito di cittadinanza, che si gioca su almeno dieci passaggi-chiave, tra cui quello dell’offerta di lavoro in linea con il curriculum e all’interno di un certo raggio chilometrico dalla residenza del beneficiario. Quali sono i vantaggi per le aziende? Secondo una circolare dell’Inps del 19 luglio scorso le imprese che assumono a tempo pieno ed indeterminato soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza possono ricevere un bonus, nella forma di sgravio contributivo, pari ad un massimo di 780 euro.
Anna Bontempo (Il Centro)