Chiede di essere risarcito F.S., l’operaio 39enne vastese che ha trascorso ingiustamente un anno in carcere con l’accusa di tentato omicidio a seguito di una sparatoria avvenuta nell’aprile del 2013 in via Ciccarone a Vasto. Il 39enne era stato accusato di essere l’uomo che con un complice sparò alle spalle a I.P., che era in sella ad una moto Ducati e che lo avrebbe fatto per vendicare un’aggressione subita da I.P.. Domani la sua richiesta di risarcimento sarà valutata dai giudici della Corte d’Appello dell’Aquila.
F.S., da quel 13 aprile 2013, si è sempre dichiarato innoncente. E dopo un anno trascorso in carcere, nel giugno del 2015 il collegio giudicante formato dal presidente del Tribunale di Vasto, Bruno Giangiacomo e da giudici a latere Italo Radoccia e Fabrizio Pasquale, assolse il 39enne “per non aver commesso il fatto”. L’assoluzione venne poi confermata in appello. Nessuna prova riconducibile a lui. Nessuna prova che a sparare fu lui.
“Per il nostro cliente è la fine di un incubo”, fanno sapere gli avvocati difensori Raffaele Giacomucci e Isabella Mugoni.
Dopo sei anni, ora il 39enne chiede un risarcimento allo Stato per l’ingiusta detenzione. A causa della stessa F.S. perse infatti il lavoro, la serenità e la moglie lo lasciò. La sua vita è stata dunque stravolta non solo per l’accusa mossa contro di lui ma anche per la detenzione subita e per le conseguenze che tutto ciò gli ha comportato. Problemi dunque fisici, psicologici, economici e sentimentali.
“La legge – fanno sapere gli avvocati Giacomucci e Mugoni – dice che a chiunque (indagato o imputato che sia) sia stata inflitta ingiustamente una misura cautelare limitativa della propria libertà personale spetta un’equa riparazione, che viene calcolata in base ai giorni trascorsi in carcere”.
Ora gli avvocati e lo stesso F.S. attendono la giornata di domani dove verrà valutata dai giudici della Corte d’appello dell’Aquila la richiesta di risarcimento
Paola Calvano