Compariranno domani a L’Aquila per l’udienza preliminare i 67 indagati accusati di far parte di una associazione criminale che gestiva il traffico di droga dall’Albania all’Italia. Le accuse, raccolte in trentasei pagine dove vengono descritti minuziosamente i ruoli dei componenti il presunto sodalizio, sono a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio.
Gli indagati, incastrati dopo appostamenti, pedinamenti e intercettazioni, sono finiti davanti al giudice al termine di una inchiesta che è una costola dell’operazione Evelin.
I primi arresti risalgono a gennaio 2014 quando i carabinieri fermarono due uomini albanesi residenti a San Salvo, K.F. di 40 anni originario di Valona e X.A. 29enne proveniente da Lushnje nei pressi dell’ex parcheggio comunale di San Salvo nelle cui auto erano presenti 4 grosse buste di plastica nera contenenti ben 50 chili di marijuana che, una volta immesso sul mercato e venduto al dettaglio, avrebbe fruttato un guadagno di circa 500mila euro.
A quel sequestro ne seguirono molti altri fino ad arrivare all’operazione Evelin a San Salvo.
A dicembre 2018 poi, al termine di perquisizioni a Vasto e in provincia di Chieti, Genova, Campobasso e Foggia, sono finite in carcere altre 20 persone su richiesta della direzione distrettuale antimafia, tutte residenti sulla costa vastese che, a giudizio degli investigatori e dietro varie coperture, avrebbero gestito l’importazione di grossi quantitativi di droga dall’Albania e da altri Paesi dell’est Europa a bordo di gommoni e che veniva poi distribuito in tutta Italia.
Domani il gup dell’Aquila deciderà sul rinvio a giudizio di 67 imputati. Nel corso dell’udienza sarà deciso anche dove celebrare il processo. Non è escluso che lo stesso avvenga a Vasto visto che la base dei trafficanti e molti sequestri sono stati fatti fra Vasto e San Salvo
Paola Calvano