Mi piacerebbe tanto sapere chi sia il consigliere del sindaco per potergli dire che sta sbagliando a condurlo su una strada che non promette niente di buono nè per lui nè per la Città. E per dirgli ancora, immaginando chi egli sia, che usare un ragazzone ingenuo e spesso maldestro come strumento di fini personali lo configura almeno si miei occhi come “consigliori” piuttosto che consigliere.
Dico questo perché la lettera che ha ispirato a Francesco Menna contro il Prefetto di Chieti é quanto di più sbagliato, inopportuno, sprovveduto, impolitico, sterile e stupido si possa immaginare.
Riaprire una polemica sulla quale era forse meglio stendere un velo pietoso trasformandola adesso addirittura in una dichiarazione di guerra aperta al Prefetto, all’Arma dei Carabinieri, alla Questura, ai Vigili del Fuoco è un atto irresponsabile che può soltanto creare situazioni di conflitto tra istituzioni ed organi dello Stato che dovrebbero invece collaborare, intendersi e non fraintendersi nell’interesse della comunità.
Avevo consigliato tempo fa a Menna, su queste stesse colonne, di “alzare il culo” e di recarsi dal Prefetto per chiarire ogni questione rimasta ancora appesa riguardo al Jova Beach Party e sanare questo ‘vulnus” in maniera responsabile e civile, ma non l’ha fatto.
Gli consiglio adesso di “pararsi il culo” (parandolo così alla Citta) perché da un documento come quello che ha firmato ed inviato a mezzo mondo non potranno che discendere conseguenze negative.
Peppino Tagliente