Rinviate a giudizio le otto persone accusate di avere prelevato in un anno denaro da 53 carte di credito rubate nelle vetture parcheggiate lungo la costa Adriatica. Ora le stesse dovranno comparire in aula il 18 febbraio prossimo. Le contestazioni mosse agli accusati non sono tutte uguali.
Tra gli arrestati c’è anche una donna, T.I.L., 31 anni, di origine romena, titolare di un locale finita in carcere con l’accusa di essere stata compiacente con le persone che “strisciavano” le carte rubate nel suo locale permettendo loro di incassare contanti.
La donna, difesa dagli avvocati Pino Sciarretta e Alessandro Orlando, contestano l’accusa. “Nel locale c’è una sala giochi e sono tantissimi i clienti che strisciano le carte ritirando somme di denaro. Lei non ha mai avuto sospetti perchè chi ritirava con il bancomat conosceva il pin. Il suo non è stato affatto un atteggiamento compiacente“.
A contestare le accuse sono anche P.Z., 53 anni, e V.B. 25 anni difeso dagli avvocati Giancarlo D’Angelo e Massimiliano Baccalà i quali contestano soprattutto l’associazione. F.B. 47 anni invece è considerato a capo dell’organizzazione piramidale che organizzava i furti.
“Non ci sono immagini che lo accusano”, afferma l’avvocato Raffaele Giacomucci che difende lui e la moglie, S.M 46 anni, la quale è stata ripresa dai carabinieri mentre prelevava denaro. Lo stesso è accaduto a C.G.,54 anni. A giudizio è finito anche Z.G.,23 anni e B.R. 48 anni.
Paola Calvano