Avvocati che si fanno “pubblicità” grazie a giornalisti compiacenti, che chiamano quando vincono le cause e si guardano bene dal farlo quando, invece, le perdono. Sono le storture dell’informazione sulle quali ha acceso i riflettori l’incontro organizzato nei giorni scorsi presso il Tribunale di Vasto dall’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo.
Gli interventi dell’avvocato Giovanni Manieri, presidente del consiglio di disciplina degli avvocati, dell’avvocato Vittorio Melone, presidente del consiglio dell’Ordine forense di Vasto e di Stefano Pallotta, presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, hanno offerto uno spaccato del rapporto fra avvocati e giornalisti che non sempre si sviluppa in maniera corretta, ponendo l’accento su quello che succede quotidianamente: pubblicazione di foto di avvocati compiacenti con i giornalisti e notizie che a volte vengono barattate con la pubblicità dello studio legale.
Al centro dell’attenzione l’etica professionale, spesso grande assente. L’avvocato Melone ha bacchettato non solo gli avvocati che si fanno pubblicità con i giornali anche con un semplice ricorso al rito abbreviato “che non è certo espressione di particolari capacità professionali”, ma anche i giornalisti che nell’esercizio del diritto-dovere di cronaca dovrebbero evitare di amplificare notizie che fanno parte della normale dialettica processuale.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Pallotta ha posto l’accento su un’altra stortura che sta assumendo dimensioni rilevanti: la pubblicazione sempre più frequente di foto di avvocati. Come fare per ripristinare un corretto rapporto fra le due professioni? Con il rispetto dell’etica e della deontologia professionale e con la verifica delle notizie che spesso possono essere date in maniera distorta, per ottenere un vantaggio in termini di pubblicità per lo studio legale.
All’incontro – introdotto da Luigi Spadaccini, componente del consiglio dell’ordine dei giornalisti – ha partecipato anche il procuratore capo, Giampiero Di Florio.
Anna Bontempo