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Laudazi: “Trovare un socio per risolvere la grande sete del vastese”

 

 

Tutti i cittadini vastesi hanno avuto modo di vivere sulla propria pelle il grave disagio provocato dalla crisi idrica che ha investito il recente periodo  natalizio nella nostra città. La vicenda si  è caratterizzata sia per la riscontrata carenza del prezioso liquido potabile  , giunta a livelli che non era immaginabile nemmeno pensare  in inverno   – ma non è la prima volta – , sia per la evidente difficoltà manifestata dagli amministratori vastesi non solo a giustificare gli inconvenienti , ma addirittura a sottovalutarli fino al punto di  non predisporre  alcun  intervento paliativo o, almeno, di informare la popolazione  della grave situazione che si è andata creando nei numerosi giorni  di mancanza del servizio potabile.

Ciò è intollerabile . Come è intollerabile che il Sindaco Menna  si limiti  a rivolgere i soliti appelli alla Regione Abruzzo e/o al Governo nazionale , dopo che per anni ha negato persino la esistenza del problema, giustificando inefficienze ed omissioni pluriennali  di tutto e di  tutti (Sasi, Isi,Ersi , Ato , etc ), nonostante le ripetute sollecitazioni ricevute in  Consiglio Comunale .

Nel frattempo  , negli ultimi 15 anni , la tariffa praticata alla utenza  è passata da 0,20 cents a mc. a circa 1,20 cents al mc.  e tutte le città della Provincia di Chieti delle stesse dimensioni ,  il problema dell’approvvigionamento di acqua  potabile lo hanno sostanzialmente risolto , in danno del vastese .  Una vera e propria guerra tra poveri.

Ora , a leggere le dichiarazioni riportate sugli organi di informazione , tutti gli amministratori  sono in attesa di Giove pluvio e di una pioggia di milioni di euro che , ammesso che vengano concessi , non miglioreranno la situazione prima di molti anni , condannando – se va bene –  al decadimento ulteriore  una parte importante del territorio  abruzzese , di cui si vorrebbe potenziare la offerta turistica  ( senza acqua).

Allora noi vogliamo riaffacciare una nostra proposta .

Ci pare sia  giunta l’ora che la manifestata complessiva  incapacità programmatoria del gestore pubblico Sasi  e dei soci proprietari delle reti  Ersi  nel nostro bacino ,  venga supportata dalla azione di  supplenza  di altri operatori ( pubblici o privati ) , da scegliere con un bando pubblico e da coinvolgere rapidamente, con un apposito accordo di programma ,che consenta di adeguare gli impianti malridotti, in tempi commensurabili con la urgenza degli interventi e , cioè , nel termine massimo di 12 mesi.

Non improbabili interventi da  elemosinare ,  ma semplice riequilibrio della spesa, tramite il  migliore utilizzo  compensativo di quotaparte  delle tariffe pagate anche dai vastesi negli ultimi  20 anni .

In questo  ipotizzabile tempo, sarà possibile almeno realizzare un nuovo adduttore principale  – nella tratta Casoli/Monteodorisio  per portare un quantitativo maggiore di acqua nel vastese –  e risolvere e/o almeno attenuare  il cuore della la crisi  in modalità sopportabili per la utenza  .

Contemporaneamente si dovrà cogliere  la opportunità di aumentare ulteriormente la dotazione potabile del nostro territorio, potenziando  – a costi effettivamente limitati – l’esistente potabilizzatore di San Salvo ( senza farne uno nuovo a Casoli ),  di proprietà consortile Arap, che potrà essere rifornito dalla maggiore acqua proveniente  dal Consorzio di Bonifica  e dalla diga di Chiauci  il cui collaudo  – nello stesso periodo –  potrà essere certamente completato  ed integrando le condotte consortili , già esistenti nei pressi ,  fino ai serbatoi di Montevecchio  ,  di Colle Pizzuto e di Sant’Antonio Abate .

In parallelo , andrà messo in funzione il serbatoio di Ponte Moro, già costruito da oltre 20 anni ed incredibilmente ancora non attivato, per evitare il rilancio sulla condotta premente  della acqua  da Monteodorisio verso il Medio vastese  ed aumentare la pressione di risalita  – e quindi  consentire un arrivo di maggiore acqua –  verso i serbatoi di Vasto e di San Salvo ; andranno ripulite e riattivate le sorgenti del Sinello per ridurre la dipendenza del Medio vastese dalle acque del Verde  in modo da aumentare la dotazione idrica verso la costa ; andranno utilizzate le risorse ordinarie  del Bilancio Sasi per la riduzione delle perdite della rete distributiva  della Città del Vasto, anche nelle zone protette , dove per riparare una  rottura  sono necessarie una serie infinita di ridicole autorizzazioni di stampo ambientalista .

Eseguiti questi interventi  brucianti  ,ci si potrà occupare delle altre  problematiche della gestione più ampia  della Sasi  e delle connesse complesse  esigenze territoriali assoggettate al suo controllo gestionale ( ulteriori eventuali potabilizzatori, adeguamento delle sorgenti dell’Avello, attivazione della sorgente Surienze e dei pozzi di Taranta Peligna , di Acquaviva e di Palena; recupero del’acquedotto Luci e delle numerose sorgenti minori , valorizzazione a fini non potabili e distribuzione  delle acque di recupero  dei depuratori industriali , etc ).

Si tratta di una attività laboriosa e pluriennale da attivare , con grandi sacrifici  ma solo ad emergenza risolta . Consentiteci , però,  di dire che se il frutto della attività  di questi Consigli di Amministrazione di Sasi ed Isi , negli ultimi 20 anni  e dei rappresentanti politici espressi nei Cda  dal territorio vastese – sempre rappresentato –  è quella che abbiamo dovuto vedere in questi ultimi quindici anni , allora non ci possiamo consentire sonni  tranquilli, fidandoci delle promesse  . Noi vigileremo.

Chiudiamo questo contributo lasciando ,a futura memoria, segnali scritti  che abbiamo lanciato più volte  negli ultimi anni, nel tentativo di contribuire a risolvere dei problemi che  ostacolano il migliore andamento  della economia e la efficienza di importanti servizi   per la  nostra Città , ma che sono restati senza riscontro alcuno . Forse perché non avevamo avuto la forza  necessaria a sostenerli . Ma questo programma si può fare.

Rivolgiamo , altresì,  un ulteriore appello, invitando il Sindaco di Vasto a voler controllare personalmente se l’acqua che ci viene erogata da sempre dall’ acquedotto  del Verde ( prima  ex Casmez, poi Consorzio acquedottistico , infine Sasi )  sia effettivamente di una consistenza almeno pari a quei 187 litri/sec.  che già non erano sufficienti  quando la città contava 30.000 abitanti e che di certo non possono bastare oggi che gli abitanti sono oltre 43.000. Ma che la dotazione erogata  sia almeno quella  effettivamente stabilita.

Il Nuovo Faro di Vasto  – Edmondo Laudazi

 

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