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Blasioli e Giampietro visitano il carcere di Pescara: “La struttura e il personale sono in sofferenza”

Ieri  mattina il consigliere regionale PD Antonio Blasioli ha effettuato una visita ispettiva nel carcere di San Donato a Pescara, accompagnato dal consigliere comunale Piero Giampietro.

“Abbiamo deciso di visitare il carcere dopo gli episodi verificatisi nelle ultime settimane che dimostrano il malessere che si vive nella struttura, malessere che accomuna detenuti e agenti penitenziari – riferiscono Blasioli e Giampietro.

La struttura dovrebbe accogliere circa 200 detenuti, ma in realtà ne accoglie più del doppio mentre la pianta organica prevede la presenza di 170 agenti. Nei fatti sono un centinaio effettivi, considerato che molti sono in malattia o in distacco. Divisi su tre turni, anziché su 4, sono costretti a svolgere diverse mansioni simultaneamente. Nel 2020 la previsione della dotazione organica del carcere di Pescara potrebbe arrivare a 200 unità, ma esattamente la metà è quella che presta servizio. Molti agenti sono anche prossimi alla pensione e ciò significa che senza un’alternanza a breve il loro bagaglio di conoscenze non verrà trasferito ai nuovi che arriveranno. Negli ultimi anni sono già andati in pensione circa 50 agenti e di questi 30 da due anni a questa parte.

Occorrerà tempo per le assunzioni, ma intanto è forte la richiesta di una diversa organizzazione del lavoro, possibile ad esempio con la diminuzione dei posti di servizio fino a che il numero del personale non torni a livelli accettabili. Ma ci sono altri casi che potrebbero essere affrontati e risolti. Uno su tutti riguarda proprio il nosocomio pescarese che ha all’ottavo piano ha un reparto dedicato ai detenuti. Capita però che questo non venga utilizzato per carenza di infermieri e così si verificano due distorsioni evidenti. La prima: ogni detenuto deve avere una scorta di due agenti, che sui 4 turni quotidiani richiede la presenza di 8 agenti. Se i detenuti fossero tutti ricoverati presso il reparto a loro riservato basterebbero 8 persone per tutti. Ciò non avviene e così dal 14 gennaio per i due detenuti ricoverati in reparti diversi ci sono 16 agenti al giorno impegnati e se i ricoveri fossero 3, servirebbe un numero di agenti pari al 25% dell’intera forza lavoro. Questa è una situazione che va assolutamente risolta. Innanzitutto se il reparto per detenuti è stato messo su, è indispensabile che funzioni ed è una condizione che potremo già domani all’assessore regionale alla Sanità Verì. Questo eviterebbe che le forze lavorative a disposizione non siano ulteriormente ridotte, ma soprattutto garantirebbe la privacy dei detenuti. Ad oggi sono nelle stesse stanze degli altri malati e così capita che questi e i loro famigliari siano costretti ad imbattersi con agenti armati nei reparti. 

Ci chiediamo come questo sia possibile e non esiteremo ad andare a fondo, lo faremo affidando la situazione a una interpellanza parlamentare. Ci auguriamo inoltre che nel nuovo Pronto Soccorso in via di definizione, sempre per la privacy, venga sistemata una stanza di attesa per detenuto e scorta. Se la forza lavoro è un problema che dovrà essere risolto con il tempo, questi ed altri problemi organizzativi meritano di essere affrontati il prima possibile. L’esiguità del personale causa inoltre che solo in pochi possano partecipare alle attività formative come suola di formazione lavorativa e la noia è spesso causa di scontri sia tra detenuti e personale, sia tra detenuti stessi.

Purtroppo il carcere di San Donato sconta anche il problema del sovraffollamento: oggi vi sono il doppio degli ospiti, fra cui una grande quantità di pazienti psichiatrici. Infatti, a fronte dei 7 posti assegnati per detenuti psichiatrici, ce ne sono altri 30, sistemati nei vari reparti e da notizie assunte permarrebbero nella casa circondariale anche detenuti psichiatrici che hanno scontato la propria pena per la mancanza di R.E.M.S. (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) istituite dopo la chiusura degli O.P.G. ospedali psichiatrici giudiziari.

La mancanza di una camera di isolamento è un’altra problematica. Spesso si utilizza la parte riservata ai collaboratori di giustizia, ma se questa è occupata non se ne può fare utilizzo. Insomma gli episodi di autolesionismo, i materassi bruciati e i detenuti scappati sul tetto sono degli allarmi che non possono restare inascoltati e la sensazione è che spesso i problemi del carcere siano i meno attenzionati da tutte le Istituzioni. Per quel che riguarda il sovraffollamento  le sezioni diventano polveriere in quanto oltre ai pochi spazi a disposizione dei ristretti, diventa difficile per l’operatore far fronte alla richieste quotidiane e pressanti degli stessi, da qui il malcontento che puo’  sfociare in aggressioni, risse, tumulti, autolesionismo e proteste in generale.

Per questo nei prossimi giorni come gruppi del centrosinistra in Regione, facendo seguito alla visita di questa mattina incontreremo i sindacati degli agenti penitenziari e articoleremo tutte le funzioni ispettive sia in Regione che in Parlamento”.

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