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Al Palizzi di Vasto “Non solo memoria ma memoriale”

 

L’ITSET Palizzi di Vasto ha avuto l’onore di ospitare nella propria struttura il Professore di diritto internazionale Matteo Luigi Napolitano dall’università del Molise. Il convegno che lo ha visto protagonista insieme a tutte le quinte dell’istituto fa parte del più ampio progetto dell’Officina Palizzi: due settimane, in cui la scuola si trasforma in una fabbrica di idee, progetti, di conoscenze e soprattutto luogo di elaborazione, dove sviluppare competenze.

Il professore ha presentato ill ruolo che la chiesa ha avuto nel periodo della Shoah, argomento cardine dell’Officina Palizzi. L’Olocausto ha messo a dura prova i rapporti tra i fedeli e Dio. I credenti in quel periodo si sono interrogati sul perché Dio stesse permettendo l’uccisione di così tante Sue creature. Ancora di più ci si è interrogati sul ruolo che ha avuto il Papa, vicario di Dio sulla Terra, nella tragedia della Shoah. Papa Pio XII che è stato il protagonista della storia ecclesiastica dall’inizio della seconda guerra mondiale alla guerra fredda, è stato vittima di una storiografia creativa. Egli è stato definito antisemita, anticomunista che ha taciuto davanti alle atrocità che l’Europa ha conosciuto in quel periodo. In realtà il Papa e la chiesa in generale hanno aiutato in tutti i modi gli ebrei di Roma, nonostante l’aperta disposizione di Hitler di deportare papa Pio XII e di appropriarsi di tutti i beni del Vaticano. Il papa in seguito ha minacciato di esplicitare la propria disapprovazione e ha accolto in Vaticano centinaia di ebrei, salvandoli dai rastrellamenti del ghetto di Roma tra il 15 e il 16 ottobre del 1943. La chiesa è stata anche aiutata dalle donazioni da parte della Croce Rossa Internazionale e da tanti eroi silenziosi.

Questi eroi, oggi riconosciuti come i Giusti tra le nazioni, erano persone comuni, dichiaratamente nazisti. Persone normali che in punta di piedi hanno rischiato la propria vita e quella della propria famiglia per riuscire a salvare anche un solo ebreo. Molti giusti erano uomini di chiesa come nel caso della nunziatura apostolica di Budapest dove tre sacerdoti hanno approfittato della propria indennità per dare rifugio nelle proprie case, dove le autorità non potevano accedere, a numerosi ebrei. Altre volte si trattava di sportivi, come Bartali, ciclista, che con la sua bicicletta è stato in grado di consegnare documenti falsi o messaggi, nascosti nelle canne del proprio mezzo. Grazie ad egli è sopravvissuta quasi tutta la comunità ebraica di Assisi. Come loro centinaia di altre persone hanno preservato la loro umanità e in silenzio hanno agito. Il prossimo 2 marzo con l’apertura degli archivi vaticani, verrà rivelato che a Roma grazie all’intervento della chiesa, la maggioranza degli ebrei sono stati salvati e che metterli al riparo era per loro una priorità. Al contrario degli alleati che invece desideravano la sola vittoria su Hitler. Oggi gli avvenimenti della Shoah vengono molto spesso dimenticati.

Molti dei vecchi campi di internamento e di sterminio sono normalmente frequentati dalla gente ignare della disumanità che quei luoghi hanno conosciuto: ad esempio nel quartiere di Staro Sajmište dove si trovava uno dei maggiori lager serbi e dove hanno perso la vita migliaia di persone, oggi si trova una discoteca. ​ Conservare la memoria e fare in modo che diventi una memoria civile è fondamentale per formare gli uomini del futuro. Ancora più importante della memoria è il memoriale, ovvero ricordare ogni giorno e trasmetterlo per evitare che le atrocità si ripetano.

Galante Silvia V C TUR

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