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Pista ciclabile, la Finanza sequestra gli atti

E’costata 640mila euro, ma è ridotta ormai ad una immensa discarica a cielo aperto, con alcuni tratti gravemente compromessi tanto da indurre la polizia municipale a chiedere l’emissione di una ordinanza di chiusura. Finisce nel mirino della Procura la pista ciclabile di Vallone Lebba, un percorso naturalistico realizzato nel 2010 con i fondi del patto Trigno-Sinello e con la compartecipazione del Comune al 40%.

A distanza di due anni dalla presentazione di un esposto alla Guardia di Finanza da parte del presidente di Vasto Libera,  Carlo Centorami, le fiamme gialle sono andate in Municipio per acquisire gli atti. L’improvvisa accelerazione sarebbe da ricondurre ad una integrazione inviata in Procura dal responsabile del sodalizio subito dopo l’ultimo consiglio comunale, che tra i punti all’ordine del giorno annoverava proprio la mozione delle minoranze sulla situazione di degrado della pista ciclabile.

Il documento, che chiedeva all’amministrazione di intervenire, è stato respinto dall’aula. Dopo l’assise civica Centorami ha trasmesso in Procura la relazione di servizio della polizia municipale che il 28 dicembre 2019 ha avuto modo di accertare, in seguito ad un sopralluogo sul posto, le precarie condizioni del tracciato gran parte del quale ricoperto da vegetazione spontanea, con ampi tratti di staccionata completamente divelta e rifiuti di ogni genere.

Una situazione talmente disastrosa da indurre il tenente Vincenzo Tana e gli agenti Nicola Valentini e Settimio Marchione, a chiedere un ulteriore sopralluogo da parte dei tecnici comunali preposti e l’emissione di un’ordinanza di chiusura del percorso ciclabile per ragioni di pubblica incolumità, nonché per ragioni di sicurezza della circolazione, oltre alla bonifica dei depositi rinvenuti, molti dei quali costituiti da materiale edile.

E’ una situazione che ho ereditato”, dice il sindaco Francesco Menna, “in ogni caso ben vengano le inchieste della magistratura o della Corte dei Conti se servono a fare chiarezza. Non c’è giorno che Guardia di Finanza, Carabinieri  o altre forze dell’ordine non vengano in Comune per acquisire atti e documenti in seguito agli esposti delle minoranze”.

Non è la prima volta che la pista ciclabile di Vallone Lebba finisce nel mirino degli investigatori. Nel 2015 si era mossa anche la Corte dei Conti che in genere interviene quando c’è il sospetto di un danno erariale. La magistratura contabile aveva chiesto una serie di informazioni sul denaro speso per la realizzazione dell’opera pubblica, da anni nel più totale degrado ed abbandono con le staccionate di legno divelte, le crepe sull’asfalto ceduto in vari punti e situazioni di evidente pericolo.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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