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Dubbi sulla sicurezza del Civeta

Non sono state ancora realizzate le opere per il ripristino della funzionalità della discarica del Civeta e per la messa in sicurezza delle sponde oggetto di smottamento. Il documento che conferma le perplessità avanzate dal Comitato per la salvaguardia del Vastese e il Forum H20 all’indomani del  dissequestro della terza vasca del Civeta, disposto dal Gip del tribunale Italo Radoccia, è un verbale del tavolo tecnico che si è riunito il 19 febbraio scorso in Regione.

L’incontro ha registrato  la presenza di rappresentanti del comune di Cupello, Alessio Pomponio (istruttore tecnico)  e Fernando Travaglini (custode giudiziario), del Commissario straordinario del Consorzio, Valerio De Vincentiis, dei tecnici della Cupello Ambiente, del direttore dell’Arta Francesco Chiavaroli e dei funzionari regionali. Tra le varie criticità all’attenzione del tavolo tecnico c’è stato il problema della messa in sicurezza delle sponde dell’impianto oggetto di smottamento.

“Il progetto prevede la rimozione della parte smossa e la ricostruzione del profilo dell’invaso con terre armate, al fine di ripristinare la sicurezza secondo lo status quo prima dello smottamento”, si legge sul verbale, “l’Arta chiede che il progetto sia conforme a quello approvato e che la ditta produca una relazione tecnica”.

Nel frattempo il gruppo consiliare Insieme per Cupello commenta con soddisfazione la notizia del dissequestro.

“Non è nostro mestiere entrare nel merito del perché il tribunale di Vasto abbia accolto l’istanza di dissequestro avanzata dalla Cupello Ambiente”,  rimarcano Camillo D’Amico, Marco Antenucci e Angelo Pollutri,ma ci preme invece ricordare che noi avanzammo coraggiosamente e con senso di responsabilità politica ed istituzionale una medesima istanza poi respinta dallo stesso giudice del Tribunale di Vasto. Lo facemmo controcorrente, ricevendo palesi sbeffeggiamenti sia dalla maggioranza che dall’altro gruppo di minoranza consiliare, perché ritenevamo possibile e percorribile il parziale dissequestro della terza vasca per consentire il conferimento dei soli rifiuti dei comuni consorziati, la salvaguardia dei livelli occupazionali, la tutela delle tasche dei cittadini. A nostro avviso è stato un errore non aver accolto la nostra richiesta perché si sarebbero  evitati i tre incendi,  consentito i lavori di manutenzione ordinaria e l’avvio della messa in sicurezza della vasca. Tutto ciò non avrebbe minimamente ostacolato il lavoro d’indagine istruttoria della magistratura acclarato il fatto che gli accertamenti erano e sono indirizzate ai rifiuti extra consortili dove, utile sarebbe, conoscerne in maniera solerte natura e fattura”. 

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

 

 

 

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