Compra una mascherina chirurgica in una parafarmacia della città, ma oltre a pagarla cinque volte di più rispetto al costo medio, non riceve neanche lo scontrino. Ha deciso di rivolgersi alla guardia di finanza la professionista vastese che l’altra mattina è uscita di casa per acquistare il dispositivo di protezione il cui costo medio è di 2 euro.
“L’ho pagata 11,90 euro, un prezzo davvero esagerato”, racconta la donna, “ma la cosa che mi ha più irritata è che pur avendo chiesto lo scontrino, non mi è stato consegnato. Una volta a casa ho informato la guardia di finanza”.
Non è un caso isolato. Nei giorni scorsi era stata l’associazione Codici, tramite il referente cittadino Riccardo Alinovi, a segnalare l’aumento dei prezzi di mascherine, disinfettanti e beni di prima necessità come pasta, farina e olio che hanno registrato un rincaro del 30%. Con il diffuso allarme sociale legato all’emergenza sanitaria da Coronavirus è partita anche la corsa ai prezzi.
“Ci troviamo di fronte a dei veri speculatori che vanno denunciati”, è l’invito che Alinovi rivolge ai cittadini, chiedendo loro di conservare lo scontrino o la ricevuta e di rivolgersi con tranquillità al sodalizio.
Anna Bontempo (Il Centro)