“Quello che è accaduto con la paralisi della cassa integrazione in deroga ai lavoratori abruzzesi è molto più di un disservizio, perché impedisce loro di usufruire di un diritto, per questo presenterò un’interrogazione scritta puntale per capire errori e responsabilità e trarne le necessarie conseguenze”, commenta duro il capogruppo PD in consiglio regionale Silvio Paolucci l’impasse della Regione Abruzzo sull’erogazione della misura.
Delle quasi 11.000 domande per la cassa in deroga già presentate all’Ente per una platea potenziale di oltre 50.000 lavoratori, risulta ad oggi elaborato un numero irrisorio di provvedimenti, rimarca l’ex assessore al Bilancio: “Un vero schiaffo per chi non solo a causa della quarantena non è in condizione di lavorare per vivere, ma deve continuare a mantenersi e mantenere la propria famiglia. Dopo il grande ritardo con cui si è arrivati al bando per l’erogazione dei fondi della legge Cura Abruzzo, ancora attesi da migliaia di abruzzesi, ci troviamo di fronte a quella che si presenta come una vera propria emergenza sociale, perché riguarda migliaia e migliaia di lavoratori”.
“Fino a questo momento dalla Regione non abbiamo avuto nessun tipo di risposta operativa, se non delle fantomatiche giustificazioni del tracollo della rete e parziali scuse per il disservizio, una presa di coscienza che però purtroppo non è di sostentamento per chi si trova in questa spiacevolissima situazione. Un modo per affrontarla sarebbe quello di chiedere alle banche di anticipare le spettanze, dando operatività ad un protocollo peraltro già rodato a livello nazionale e operativo in diverse regioni, come chiedono anche le parti sociali e se serve, rinforzare il personale che deve processare rapidamente le domande in modo che possano essere liquidate presto, senza attendere settimane o mesi”.
“Tutto questo, però, non è ancora avvenuto, non è stato neanche annunciato, da ciò risulta chiaro che chi dovrebbe occuparsi di tali materie non è in grado di farlo. Se la realtà è questa l’assessore Fioretti dovrebbe seriamente pensare di lasciare un esecutivo in cui peraltro già in passato non ha dato prova di grande efficienza, se non sul fronte nomine che è un argomento prioritario per questo governo regionale. Si occupasse di altro, al posto di rifiutare il confronto con le parti sociali proprio su questi numeri, incontri chiesti per tutelare l’Abruzzo che lavora e sempre declinati in nome di chissà quale ragione”.