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“Lega: a quando la rottura del giocattolo?”

Le ultime schermaglie in casa Lega, ammesso che esistano ancora le case di partito, ci fa venire in mente una domanda facile facile: quanto tempo dobbiamo aspettare per la rottura del giocattolo? Nessuno può credere che il motivo del contendere sia chi faccia o meno il coordinatoruccio locale di un partito in cui il coordinatoriccio locale serve a poco o a nulla.

Il motivo del contendere è la partita delle elezioni comunali dell’anno prossimo. Alessandra Cappa e Davide D’Alessandro, la coppia che sta reggendo in Aula e fuori le sorti di un partito altrimenti inesistente, non possono accettare che, pur attraverso finte carezze, qualcuno possa ricondurre i loro meriti al lavoro di altri.

Sono loro, fin qui, ad aver rappresentato il partito di Salvini. Partito che in Regione, dopo il cambio di consegne da Bellachioma a D’Eramo, dopo le nomine dei commissari provinciali (con l’aquilano Imprudente al posto di Tagliente e Mammarella), ha perso smalto, si è come eclissato e non sarà soltanto colpa del coronavirus.

Il partito è fermo e gli elettori si allontanano. Anche la Lega, come tante altre cose in questa benedetta Regione, si blocca tra Pescara e Chieti, tra l’altro città riempite da aquilani. Chi ha dimostrato di avere storia, spessore politico e voti non può certo accettare imposizioni da chi non è riconosciuto sul territorio. E chi pensa che tanto verrà Salvini a fare il comizio e a prendere i voti, non sa che le elezioni comunali sono un altro sport, con altre regole.

La nostra previsione è che manchi poco al liberi tutti, allo sciogliete le righe. La Lega perderebbe i due Consiglieri, con lo smacco che il primo partito italiano e abruzzese, anche se con sondaggi nettamente in calo, si ritroverebbe a Vasto con il sacco vuoto mentre è già iniziata una campagna elettorale che sarà lunga e snervante.

E sapete qual è il nostro augurio a favore della città e non delle singole persone? Che questo avvenga e presto, poiché le sigle, tutte le sigle, non rappresentano più nessuno, che questo dissidio porti alla formazione di qualcosa che vada oltre le sigle, che sia capace di abbracciare tutta la città, al di là dei finti schieramenti e delle finte tessere. Vasto ha bisogno di uno sforzo comune per rinascere. Ha bisogno di mettere insieme tanti ambienti che finora sono rimasti a guardare, poiché arrivato il momento di far sentire la propria voce e di organizzarsi. Certo, sempre con l’aiuto e la mediazione di chi ha maturato esperienze politiche. Sono loro, le persone ora ingabbiate dentro finte sigle, che devono uscire, benedire le loro uscite e organizzare qualcosa di nuovo che sappia davvero parlare a tutta la città.

Davvero credete, in tempo di coronavirus, mentre viviamo e vivremo una tragedia economica senza precedenti, che le prossime elezioni saranno tra coordinatorucci, tra consiglierucci e onorevolucci regionali, tra centrosinistruccia e centrodestruccio con la partecipazione del movimentuccio grilluccio? Roba vecchia, roba inservibile. Ci vuole un nuovo progetto di città, nuove idee e nuove categorie in campo. Vasto deve tornare a prendersi ciò che è di Vasto. Chi saprà porsi alla guida di questo nuovo rassemblement, potrà raccogliere i voti e la legittimazione vera di una città allo stremo. Che si rompano tutti i giocattoli, che le persone di valore raccolgano la sfida!

Alfonso Di Virgilio

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