Anzitutto esprimiamo tutto il nostro affetto e la nostra vicinanza ai familiari di quanti hanno perso i loro cari , di tutte le età ed in particolare gli anziani a causa del coronavirus.
La crisi da coronavirus pone in risalto le criticità che stanno vivendo le attività imprenditoriali di varia natura: industriali, commerciali, artigianali, turistiche, per non parlare dell’istruzione ai vari livelli ecc. Al contrario, per quanto riguarda gli anziani, la cosiddetta terza età, non abbiamo percepito e analizzato nulla, se non negli ultimi giorni a causa del dramma nelle RSA soprattutto in Lombardia.
Non abbiamo sentito reclamare alcun sostegno, economico né soprattutto morale per una categoria spesso, troppo spesso, si è sostituita e sobbarcata il peso familiare nei momenti di maggior incertezza sia fattualmente che economicamente. L’aiuto è ancora oggi determinante per la tenuta della nostra società, ma paradossalmente è anche la meno presa in considerazione da parte della società stessa.
Crediamo che tutto ciò che il coronavirus ha fatto emergere, in maniera esplosiva senza dubbio, debba essere un monito ma anche una spinta per un totale ripensamento del welfare state, rimettendo al centro l’essere umano in quanto tale e non in quanto consumatore o elettore. In particolar modo, ripensare il ruolo di chi è avanti con l’età, e della sempre più maggior incidenza che questa classe ha nella totalità della società europea, soprattutto italiana.
La rivisitazione va fatta considerando le misere risorse economiche che i nostri anziani hanno,sia quelli che vivono con i familiari sia quelli , anzi soprattutto ,riparati nelle RSA,spesso soli ed abbandonati anche dal personale che dovrebbe curarsi di loro.
Riteniamo impossibile rimandare la sfida che oggi possiamo vincere per la terza età di oggi, e per quella che verrà! Bisogna inserire la questione terza età nell’agenda nazionale,poi regionale e locale. Bisogna creare un pacchetto di leggi che vadano a regolamentare ed a garantire a tutti gli anziani un decente diritto all’assistenza, ad uno standard economico e sociale degno di un paese europeo. Bisogna indicare chiaramente quali considerazioni, trattamenti, attenzioni e specificità devono essere riservate agli anziani.
Per fare ciò non basta la buona volontà, ma occorre anche istituire dei fondi, per far si che tutti abbiano diritto all’assistenza, in particolare i non autosufficienti. Non dobbiamo nasconderci dietro il paravento del volontariato , nè tanto meno nella religiosa misericordia, benché lodevole e di aiuto. La nostra è una società che ha avuto ed avrà in futuro sempre più bisogno degli anziani. Il coronavirus può e deve essere l’occasione per ricostruire la società, cominciando dalle fondamenta: tutelare chi ci tutela e ci ha sempre tutelati, i nostri ultimi avamposti nei momenti di pericolo. Non farlo sarebbe da irresponsabili.
Il Coordinatore Provinciale Chieti , ANTONIO CANZANO