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App Immuni, prime sperimentazioni anche in Abruzzo

Al via in tre regioni – Liguria, Abruzzo e Puglia – la sperimentazione dell’App immuni, il sistema di tracciamento dei contati per prevenire e controllare il contagio da coronavirus. Il Governo ha pubblicato il codice sorgente che chiarisce il funzionamento dell’applicazione che si appoggia al sistema di tracciamento realizzato da Apple e Google. La App sarà disponibile tra la fine di maggio e l’inizio di giugno.

Nell’app è previsto un all’alert di “rilevato contatto con una persona positiva” fino al caricamento dei dati in caso di positività al Covid-19, per cui è necessaria “l’assistenza di un operatore sanitario autorizzato”. Tra i dati che verranno caricati anche la zona di provenienza, la provincia e le informazioni epidemiologiche come ad esempio “la durata dell’esposizione ad un utente positivo”.

L’app associa a ogni telefono un codice casuale e anonimo, i telefoni che si avvicinano scambiano i rispettivi codici casuali e in caso di riscontro con un positivo l’utente viene avvertito. “E’ un tracing importantissimo – sostiene il viceministro Pierpaolo Sileri – e quando sarà attivo darà ulteriori informazioni su tracciamento e la diffusione della malattia”.

“Ferma restando la possibilità per tutti, compresi gli esponenti politici, di non scaricare l’applicazione” – afferma il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti “la Regione Liguria è e rimane disponibile ad approfondire tutti i temi di contrasto al covid con il governo, ove questi possano risultare utili ai cittadini liguri e al Paese,  dopo gli opportuni approfondimenti, le decisioni circa la app Immuni verranno quindi prese con leale collaborazione istituzionale, nel solo interesse dei cittadini della Liguria”.

In ogni caso prima del rilascio dell’app servirà ottenere il semaforo verde da parte del Garante della Privacy e in questo senso il Ministero della Salute sta ultimando il documento da inviare al Garante. Quest’ultimo rapprensenta un passaggio decisivo per rispondere alle questioni sollevate dall’autorità guidata da Antonello Soro, che aveva fortemente sottolineato la necessità che l’app fosse volontaria e che soprattutto non utilizzasse alcun tipo di geolocalizzazione.

quotidianosanita.it

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