La CEI boccia la legge contro l’omotransfobia dimostrando, nella nota diramata ieri, di non conoscere neppure le misure della proposta in esame.
Non si tratta di una legge che mira a punire la libertà di espressione ( e cioè di chi ritiene che la famiglia sia composta da mamma papà e figli) ma di punire gli atti di persecuzione, discriminazione e violenza perpetrati in danno degli omosessuali; di combattere l’istigazione all’odio motivato dal diverso orientamento sessuale o identità di genere.
La proposta infatti ha ad oggetto la modifica degli arti 604 bis 604 ter del codice penale che già puniscono la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa introducendo i motivi di orientamento sessuale o identità di genere.
Del resto pensare come la Cei che la proposta rappresenti una duplicazione di tutele già esistenti o che limiti la libertà di opinione varrebbe a delegittimare l’odio anche nei confronti di chi ha un orientamento religioso differente.
Ricordo a me stessa e a chi legge che la libertà di opinione non può spingersi fino a violare i diritti umani tutelati costituzionalmente e da norme internazionali.
Del resto ne’ la propaganda politica ne’ la chiesa più conservatrice possono permettersi di stravolgere, utilizzando la solita comunicazione fuorviante e ridondante, le finalità delle disposizioni e proposte che mirano a tutelare quei diritti.
Una legge è necessaria e noi saremo in prima linea assieme agli esponenti delle associazioni LGBT perché venga approvata al più presto!
Gabriella D’Angelo
Consigliere Nazionale Psi
Responsabile lotta all’omofobia