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Impianti sportivi, il Circolo Tennis va al Tar

“Un bando illegittimo, in contrasto con le disposizioni regionali che prevedono, in caso di affidamento della gestione degli impianti sportivi , la concessione in modo preferenziale alle associazioni o società sportive dilettantistiche senza scopo di lucro”. Sono racchiuse in questo passaggio le ragioni che hanno spinto il circolo tennis di Vasto  a presentare ricorso al Tar, annunciato nei mesi scorsi al Centro dal presidente del sodalizio, avvocato Gabriele D’Ugo.

Oggetto del contenzioso è il bando di gara per l’affidamento della gestione degli impianti sportivi del Parco delle Lame, quello che i vastesi chiamano “La Frana”, uno dei luoghi più frequentati dagli sportivi e dagli amanti del jogging.

Il circolo tennis  “Antonio Boselli” , che nel 1996 ha sottoscritto la convenzione con il Comune, ritiene che l’allargamento della partecipazione alla gara a “soggetti terzi”, senza riconoscere alle associazioni dilettantistiche i benefici accordati dalle leggi di settore, configuri “un comportamento illegittimo” della pubblica amministrazione.

Chiede quindi l’annullamento (previa sospensione) del bando di gara, del disciplinare allegato  e di tutti gli atti amministrativi connessi, compresa la delibera del consiglio comunale del 1 Ottobre 2019, nella parte in cui amplia anche a terzi la possibilità di partecipare alla gara durante il periodo di permanenza  del contratto non ancora scaduto.

“Le stesse condizioni economiche previste nel bando, notevolmente sproporzionate rispetto alle potenzialità delle associazioni dilettantistiche no profit”, si legge nel ricorso, “unitamente alla scelta del Comune di ampliare la rosa dei partecipanti alla gara , si pongono di fatto in contrasto non solo con le leggi regionali, ma finanche con i principi comunitari in tema di tutela della concorrenza. Il principio di non discriminazione impone che tutti i potenziali offerenti siano posti in condizioni di uguaglianza”.

In pratica le associazioni e le società sportive, pur potendo partecipare alla gara, si trovano stando alla tesi portata avanti dall’associazione, nella impossibilità di presentare “offerte concorrenziali” a causa delle condizioni richieste: canone complessivo posto a base di gara, soggetto a rialzo di 45mila euro (per tutta la durata della concessione che è di 15 anni), con un valore complessivo stimato di 625mila euro al netto delle imposte e tasse, e per investimenti non inferiori a 250mila euro.

Anna Bontempo (Il Centro)

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