Ci sono dei momenti nella vita in cui, valutato il drammatico stato dell’arte di una particolare situazione, gli amministratori responsabili, sono chiamati a valutare e a decidere.
Vogliamo parlare dell’Ospedale San Pio su cui – per almeno 25 anni – molte amministrazioni pubbliche hanno complessivamente operato , promettendo la luna nel pozzo in cambio di voti, omettendo di onorare gli impegni assunti e, soprattutto, disconoscendo nel tempo le responsabilità delle loro scadenti azioni.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: si è toccato il fondo di un degrado che sembrava impossibile da raggiungere. Le strutture edilizie del nosocomio vastese – già impoverito di risorse umane e tecnologiche, vetusto e mai manutenuto in maniera adeguata – presentano rischi di instabilità e di crollo, minacciando addirittura la sicurezza fisica di operatori e pazienti.
Tutti i politici gridano, lamentandosi non si sa bene di cosa o perché, come se si fossero svegliati da un torpore e fanno finta, solo oggi, di accorgersi di ciò che fino a ieri non li riguardava, aggiungendo tanta confusione ad una situazione angosciosa.
A questo punto Il Nuovo Faro espone una propria valutazione, per evitare di acccomunarsi nelle lamentazioni e nelle recriminazioni di quanti , in politica o in amministrazione , credono sia possibile risolvere i problemi della sanità del nostro territorio, recriminando o continuando solo a lamentarsi, nel tentativo di autoassolversi. Noi non vogliamo che muoia.
Sui Primari mancanti e sulla dotazione del personale infermieristico, tecnico e sanitario insufficiente, non vi sono trattative : venga immediatamente restituito al San Pio quello che è stato colpevolmente tolto e manca . Altrimenti saranno dolori per chi porta la responsabilità.
Sappiamo, inoltre, che a Vasto occorre la costruzione di un nuovo ospedale, dea di I° livello, per cui esistono una antica progettazione preliminare e la disponibilità dei terreni – per altro completamente da urbanizzare -, già acquistati dalla Asl n. 2 ed inseriti nel vigente Piano Regolatore cittadino, in loc. Pozzitello. Ma sappiamo anche che la ciambella predisposta, per tante ragioni, è riuscita senza il classico buco, se è vero come è vero, che dopo oltre 20 anni di programmazione ci troviamo ancora alla fase iniziale e che per il completamento dell’opera – ammesso che si trovino i circa 200 milioni di euro necessari, magari tra quelli promessi all’Italia dal MES – ne passeranno almeno una altra quindicina, prima di realizzare effettivamente il nuovo presidio.
A questo punto si tratta di capire se il San Pio è in condizioni di arrivare integro e funzionante fino a quella data.
Noi pensiamo di no. E nello stesso tempo pensiamo che ricorrano le condizioni per avviare una immediata operazione di ristrutturazione profonda che assicuri funzionalità e sicurezza al nostro Presidio. Per tale operazione risultano già disponibili circa 37 milioni di euro ( ex art.20) utilizzabili in tempi brevissimi, senza aspettare la nuova pianificazione della rete ospedaliera regionale, la nuova progettazione dell’opera, la nuova stesura dell’accordo di programma con il Governo, il nuovo appalto, la urbanizzazione dell’area, la costruzione, etc.
Quindi occorre fare non uno, ma due passi indietro per mantenere attivo ed efficiente il nostro ospedale, li dove si trova e dove resterà ancora per tanto tempo.
Con i fondi disponibili potranno essere infatti realizzati:
- l’acquisizione di un vecchio fabbricato insistente nel sedime ospedaliero per la costruzione di una palazzina pluripiano , in adiacenza alla Palazzina Uffici amministrativi ed in prosecuzione verso il Reparto Dialisi;
- la sopraelevazione del blocco a destra del corridoio di ingresso per la realizzazione del reparto malattie infettive ,con ingresso dedicato, già progettato negli anni 90;
- la rotazione in continuità prestazionale e la successiva riallocazione dei Reparti ospedalieri del I e II padiglione, abbisognevoli di ristrutturazione e consolidamento statico, con la eventuale dismissione della superfetazione del IV livello e la riprogettazione dei servizi e reparti peggio ridotti ( es. Cardiologia Utic e sala emodinamica , Dialisi e Nefrologia, etc.);
- il ridisegno del Pronto Soccorso e degli spazi dedicati all’Obi , Covid non interferenti;
- la ristrutturazione dell’ Obitorio con ingresso da Via Santa Lucia;
- la ristrutturazione del blocco cucine e degli spogliatoi;
- il revamping funzionale completo degli impianti medicali, idrotermosanitari ed elettrici e delle relative centrali e centraline di ripartizione utenze;
- La messa a norma dei generatori sussidiari e della dotazione di sicurezza ex dpr. 81/2008 , nonchè dei sistemi antincendio dell’opificio;
- la ristrutturazione dell’eliporto di loc. Trave;
- la dotazione di un parcheggio di circa 200 posti auto in Via Santa Lucia e di un ulteriore parcheggio di circa 200 posti auto , a lato della Strada Anghella;
- la dotazione di un magazzino archivio di circa 800 mq in Via Santa Lucia per liberare il presidio dalla grande mole di documentazioni e di refertazioni non cestinabili.
Si tratta di una imponente opera di ristrutturazione e di consolidamento, in ogni caso necessaria, realizzabile in 24 mesi, con più interventi programmabili e tra loro non interferenti, ma che consentano di differire per la nostra città l’orizzonte dei fabbisogni sanitari di una quarantina di anni. E la provvista economica sarà ancora disponibile per rendere il San Pio rinnovato, un vero e proprio gioiello.
Proponiamo quindi che, condivisa tale impostazione ai vari livelli aziendali e regionali, si lasci operare, con silente collaborazione attiva, quanti hanno il compito di sistemare la riferita situazione, di breve e di medio periodo – Direttore sanitario ospedaliero ed aziendale, Direttore generale della Asl, Assessore regionale alla Sanità -, concedendo loro un lasso di tempo, limitato nei termini esposti ma congruo, per ottenere il ribaltamento della attuale grave situazione, che sarà seguita, passo dopo passo, non a colpi di inutili comunicati stampa, ma con la verifica assidua di un percorso condiviso ai vari livelli istituzionali. Noi ci impegniamo a collaborare e a vigilare.
Solo dopo ed a problema effettivamente risolto, potremo slanciare un passo in avanti per la costruzione del nuovo ospedale.
Potrà forse apparire una impostazione non particolarmente lungimirante, ma – dati i precedenti – l’Ospedale di Vasto ce lo teniamo li dove si trova, sistemato e liberato dai problemi che ne stanno minando la sopravvivenza. Per la tutela del San Pio, boia chi molla. E con chi ci sta, staremo vicini a quelli che operano, con abnegazione e competenza, nella sanità vastese ed ai nostri cittadini ,per garantirne il diritto ad una sanità giusta ed al miglioramento della qualità della vita dei vastesi.
Il Nuovo Faro di Vasto –
Edmondo Laudazi