Eravamo stati facili profeti. Del resto, a un anno dal voto era impensabile che la Lega potesse continuare ad avere problemi al proprio interno. Il primo partito del Paese, dell’Abruzzo e di Vasto, con la conferenza stampa di ieri ha dato un segnale di forza, pur nel rispetto delle altre formazioni politiche che rappresentano il centrodestra.
La discesa dell’On. D’Eramo, massima espressione del partito, con al fianco i Consiglieri regionali Bocchino e Marcovecchio e in prima fila i Consiglieri comunali Cappa e D’Alessandro, ha fornito l’occasione non solo di mostrare un partito unito e compatto, ma anche capace, con gli Assessori regionali Campitelli e Verì, di parlare come il partito che ha in mano le chiavi per gestire il futuro e i destini della Regione e di Vasto. Questa, non dimentichiamolo, è la sola città abruzzese che è riuscita a esprimere due Consiglieri regionali e per giunta dello stesso partito. Stanno lavorando bene, come rimarcato dal Segretario, e camminando insieme hanno la possibilità di incidere in Regione e a Vasto.
Non a caso la nomina a Coordinatore di Arnaldo Tascione e quella fotografia di compattezza e di forza hanno destato più di una preoccupazione in casa del centrosinistra. È vero che Menna, da Sindaco uscente è da tempo in campagna elettorale ma pensare, dopo quindici anni, che gli avversari possano regalarti il quarto mandato consecutivo, stendendo anche il tappetino rosso, è da sciocchi. Ieri è stato il primo segnale di una partita che si annuncia lunga e avvincente. D’Eramo ha rivendicato il candidato Sindaco, ha detto che la Lega ha tutte le carte in regola e una classe dirigente esperta e preparata per poter aspirare a guidare la città.
Ha rivendicato ma ha chiarito che ai tavoli, insieme alle altre forze politiche, si troverà la soluzione migliore per vincere. Ora tocca alla classe dirigente del territorio, che sia di centrodestra, di centrosinistra, del M5S o civico (lo decideranno gli elettori), mostrare intelligenza e farsi reale interprete di un cambiamento vero e non più rinviabile.
Alfonso Di Virgilio