Antonio Della Penna sarà ricordato per essere stato il primo del suo paese a salire sulla sella di una bicicletta da corsa. Era magro come un fuscello, ma energico. Camminava sempre a passo svelto. Aveva una vaga somiglianza al leggendario Fausto Coppi. Rimase orfano del padre già da 12 anni e cominciò a fare l’apprendista fornaio.
Lavorava per più di 13-14 ore al giorno, a cominciare dalle tre del mattino. Il suo sogno era quello di possedere una bicicletta da corsa per emulare le gesta del grande campione Fausto Coppi, ma non aveva il denaro pronto. Poco alla volta mise da parte quasi 350 lire (un operaio specializzato guadagnava 70 lire settimanali) ed acquistò una fiammante “Legnano”. Appena usciva dal lavoro divorava un filone di pane e frittata ed inforcava la bicicletta, poi partiva per l’allenamento.
A volte andava con i suoi amici ciclisti Confucio Ciavatta ed Amilcare Marzocchetti. In salita non aveva rivali. Partecipò alle manifestazioni agonistiche, ma non si classificò mai tra i primi 10. Si sposò con Regina Di Rito. Nel 1939, benchè ammogliato, fu inviato al fronte greco-albanese, dove restò a combattere per 5 anni.
Appena arrivato a San Salvo fu inviato in Sicilia, ma abbandonò il fronte di combattimento; giunse a casa a piedi dopo una lunga e dura peregrinazione. Potè finalmente riabbracciare la moglie Regina. Andò subito a cercare la bicicletta; guardò bene in ogni angolo, ma non vide nulla. Pianse disperatamente. Non aveva un soldo in tasca, pertanto, tornò ad impastare il pane. Sperava di diventare come Coppi, “l’Airone“, ma la guerra infranse ogni sua speranza. Si conclude qui la storia del fornaio Tonino Della Penna (’Ndunìne lu panattire).
Michele Molino