Sono 17 le richieste di rinvio a giudizio dell’operazione “Eterno riposo” decise dal gip Fabrizio Pasquale su richiesta del procuratore capo della Repubblica della Procura di Vasto, Giampiero Di Florio per coloro che avrebbe lucrato sulle tumulazioni, ma anche per chi chiese benefici e scorciatoie.
Una decisione, quella del rinvio a giudizio, presa dopo lunghe indagini e approfondimenti e in base anche alla valutazione dei risultati delle verifiche fatte dalla polizia all’interno di alcune tombe vicine all’ingresso principale del cimitero.
L’inchiesta, avviata due anni fa, è partita per smantellare una presunta gestione parallela del cimitero.
Oltre ai riscontri e alle verifiche numerosi anche gli interrogatori.
L’indagine portò all’arresto di tre dipendenti comunali, Antonio Recinelli, Luisito Lategano e Franco D’Ambrosio – difesi dagli avvocati Antonello Cerella, Massimiliano Baccalà e Alessandro Orlando – e all’invio di 14 avvisi di garanzia. Tutti ora compariranno dinanzi al gip del tribunale di Vasto il 19 novembre 2020.
Dal canto loro i tre ex dipendenti comunali hanno sempre negato di avere preteso o indotto i cittadini a versare denaro per tumulazioni, esumazioni e trasferimento delle salme.
Al contrario, per la Procura gli accusati avrebbero invece lucrato acquisendo la disponibilità dei loculi attraverso attività cimiteriali irregolari. Secondo quanto riportato nel capo d’accusa, i tre avrebbero chiesto da 150 a 700 euro per ridurre in urne cinerarie le salme anche quando lo stato degenerativo non lo consentiva.
I 14 cittadini intercettati dalla polizia mentre parlavano con gli arrestati, avrebbero descritto comportamenti non del tutto legali, ma anche loro però negano tutto.
Durante gli interrogatori non hanno fornito risposte esaustive agli inquirenti e ora rischiano di pagare non solo materialmente ma anche penalmente un comportamento che ritenevano consuetudine.
Più volte il dirigente del commissariato di Vasto, Fabio Capaldo, ha chiesto loro di collaborare. Qualcuno, pare abbia fornito risposte esaustive, altri invece si sono chiusi a riccio.
Paola Calvano