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Laudazi: “Il Sic di Vasto Marina deve diventare un giardino rigoglioso e ben tenuto”

Le dune sabbiose e ricche della preziosa e protetta vegetazione dunale – da valorizzare – non dovrebbero mai bruciare.  Anzi non bruciano proprio, costituendo un vero e proprio argine alla furia del vento che spazza il litorale e, quindi, al propagarsi del fronte di un eventuale incendio.

Brucia invece la sterpaglia retrodunale, secca ed infestata da essenze che nulla hanno da salvaguardare, infestata da animali selvatici, ratti e serpenti, mai correttamente regolamentata e diventata nel tempo la vera e propria icona della inefficienza della pubblica amministrazione vastese, in danno ed in odio dei cittadini.

Lo abbiamo detto, inascoltati, per anni a tutti “i sordi” interessati alla mera difesa della rendita di posizione delle associazioni ambientaliste – si badi bene non dell’ambiente – , sotto il surretizio mantello della presunta protezione del paesaggio e della flora.

Ora lo vogliamo ripetere con forza: il Sic di Vasto Marina deve diventare un giardino rigoglioso e ben tenuto; un biglietto da visita da presentare a cittadini residenti e a turisti visitatori, garantendo la totale utilizzabilità del bene demaniale e dell’arenile che è un patrimonio di tutti e la corretta valorizzazione dell’ambiente protetto. Ordine, organizzazione, usufruibilità e vivibilità ambientale. Non un carcere sporco e pericoloso.
Questo si ottiene con gli investimenti economici degli operatori e della Pubblica Amministrazione e con il controllo delle associazioni ambientaliste che hanno chiaramente dimostrato di non avere alcuna capacità finanziaria, organizzativa e di gestione. Sanno vigilare. Bene, facciamoglielo fare. Ma e’ ora di cambiare registro.

Questo si ottiene archiviando tutte le migliaia di pagine farlocche che sono state scritte – pagate dai cittadini contribuenti – per dimostrare l’indimostrabile assunto che la valorizzazione delle aree da proteggere si ottiene creando una barriera pericolosa ed invivibile per gli esseri umani, assoggettando la tutela ambientale al rispetto parossistico di regole assurde ed inutili , che impediscono di vivere con amore il territorio vastese ed il litorale.
Noi siamo convinti e ci auguriamo che nessuna azione criminale abbia provocato l’incendio della vasta zona protetta di Marina di Vasto: sarebbe gravissimo e intollerabile. I Piromani dovrebbero, nel caso, essere puniti duramente.

Ma siamo certi che il contesto progettuale ed organizzativo del Sic 109 e della coincidente Riserva regionale, che è stato programmato e perseguito dalla Amministrazione Comunale di Vasto, costituisca uno scenario pericoloso ed ostile, che avevamo anticipato nel tempo e che potrebbe ripetersi nelle analoghe condizioni climatiche dei giorni scorsi: sono state realizzate piste e percorsi nella direzione nord sud troppo anguste e difficilmente percorribili, prive di impianto antincendio e di vie di fuga; sono stati chiusi oltre venti attraversamenti trasversali che avrebbero potuto – se di idonea larghezza e ubicazione – fungere da barriere di compartimentazione tagliafuoco, su cui accedere per confinare le aree incendiate, evitando la facile propagazione del fronte di fuoco; sono stati ostruiti i canali di scolo delle acque di bonifica, provenienti dalla parte ovest della SS 16 e dai crinali retrostanti, fortemente concimate, che provocano il rigoglioso proliferare della flora infestante e la creazione di pantani e pozzanghere che impediscono l’accesso agevole sui luoghi; sono correntemente impediti gli interventi di pulizia e di bonifica retrodunale delle canne e delle erbacce incontrollate e prive di qualsiasi valore ,trasformando la maggior parte del Sic in una impervia savana facilmente infiammabile, non praticabile ed abitata solo da topi e serpenti.

Migliaia di pagine e documenti inutili ed organizzati, dai soliti noti, al solo fine di creare una “riserva di rendita” a chi sulla gestione ambientale ci vive.

Noi non la pensiamo cosi. Riteniamo invece che questo drammatico momento – che solo per fortuna non ha prodotto vittime o danni a persone – non debba mai più ripetersi. Può e deve essere la occasione per ribaltare la drammatica situazione creatasi , rivedendo progetti e situazioni , finalmente approvando un piano di gestione della riserva, innovativo e funzionale all’utilizzo migliore del bene demaniale e degli arenili e che contemperi correttamente la salvaguardia delle zone protette e degli ambienti fragili, con lo sviluppo della offerta turistica e del benessere della popolazione che deve essere messa in condizione di frequentare e di vivere a 360° questo importante patrimonio dei cittadini vastesi . Può darsi che in una nuova logica , più accogliente ed ordinata, più protetta e sicura, anche lo scomparso fratino possa tornare a nidificare da noi.
Questo programma si può realizzare. Si deve realizzare.

Il Nuovo Faro di Vasto – Edmondo Laudazi

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