Ricostruito il percorso fatto dal piromane che distrutto la Riserva Naturale di Punta Aderci. La sequenza di immagini e video raccontano da dove è partito il rogo confermando dunque l’ipotesi del dolo.
Il punto in cui si è sviluppato l’incendio non è di passaggio ed è quindi esclusa la cicca di sigaretta lanciata da un’auto in corsa. Il posto è infatti accessibile solo dopo aver scavalcato una sbarra, non è poi un’area turistica e non può essere raggiunta con un’auto. Chi ha provocato il rogo ha dunque raggiunto lo spiazzo a piedi. Difficile poi pensare che lo abbia fatto per ammirare il panorama anche perchè l’area è privata e in genere viene chiusa.
I video mostrano comunque il fuoco che spinto dalle folate di libeccio hanno attaccato in poco tempo la vegetazione vicina e si è trasformato in una lingua di fuoco che ha distrutto la Riserva di Punta Aderci, la costa fino a Libertini ed è arrivato a lambire i capannoni industriali e il deposito della Amv, agenzia marittima vastese. Quando i soccorritori hanno visionato i filmati purtroppo il piromane era ormai lontano.
Fondamentali saranno poi le immagini riprese dalla videosorveglianza della Nuova Solmine, l’azienda proprietaria dei silos di acido solforico alle spalle dai quali si è scatenato l’inferno.
“Riponiamo ogni speranza nelle forze dell’ordine“, ha ripetuto il sindaco Francesco Menna “affinchè chi ha scatenato l’inferno e seminato paura fra i residenti e i turisti venga identificato. Non è il caso di fare polemiche politiche con vicende così dolorose. Cerchiamo piuttosto di aiutare gli investigatori a scoprire chi ha provocato alla nostra città un danno così grande “, ha concluso il primo cittadino.
Paola Calvano