Il fuoco è arrivato fino al recinto, ma le fiamme per fortuna non hanno intaccato la fortezza federiciana di Colle Martino-Punta della Lotta, nella riserva naturale di Punta Aderci. Dopo l’incendio che domenica scorsa ha devastato il 10% dell’area protetta, il funzionario archeologo della Soprintendenza di Chieti, Amalia Faustoferri ha effettuato un sopralluogo per rendersi conto di persona di eventuali danni alla fortezza fatta costruire nel 1.200 da Federico II. La segnalazione è stata fatta da Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra del Vastese.
“Le fiamme sono arrivate fino al recinto, ma non hanno danneggiato la fortezza costruita con pietre silicee che con il calore si spaccano”, spiega Aquilano, “a parte la vegetazione bruciata, il pannello informativo incenerito e qualche pietra scheggiata non ci sono stati altri danni. Resta il problema del totale abbandono del sito”.
Prima del sopralluogo della Soprintendenza, il presidente di Italia Nostra era andato sul posto per verificare eventuali danni alle strutture.
Nella riserva di Punta Aderci, che convive con una zona industriale e con un porto commerciale, si conservano anche importanti testimonianze archeologiche che vanno dal neolitico (3000 a.c.) al pieno medioevo, passando attraverso l’età del bronzo (1300-800 a.c), l’età italica (V-II secolo a.c.) e romana. Tra queste la fortezza federiciana di Colle Martino-Punta della Lotta, a pochi passi dai silos di acido solforico e fosforico della ditta Hadri Tanks srl.
Il deposito costiero, distante pochi metri in linea d’aria dalla spiaggetta di Punta Penna, una delle più gettonate della riserva naturale di Punta Aderci, ricade in zona industriale, ma è posto in prossimità del sito di interesse comunitario Punta Aderci-Punta della Penna.
Anna Bontempo (Il Centro)