Fino ad un anno fa si ventilava il suo rilancio, oggi viene venduto all’asta a 3milioni e 700mila euro, cioè meno della metà di quanto è costato. Sta facendo discutere e non poco la decisione presa dall’Arap di procedere alla cessione del complesso immobiliare denominato “autoporto”, da anni in totale stato di abbandono e degrado.
Le imprese interessate possono presentare una formale istanza entro la fine del mese. La grande opera finanziata principalmente con fondi dello sviluppo per il Mezzogiorno doveva essere un centro logistico a servizio delle grandi aziende della zona industriale di San Salvo, è invece diventata una cattedrale nel deserto, monumento allo spreco e al degrado.
Ma come si è arrivati a questa decisione bipartisan che vede d’accordo centrodestra e centrosinistra?
Il passaggio chiave è rappresentato dalla delibera del 25 agosto 2020 dell’Arap, quando il consiglio d’amministrazione formato dal presidente Giuseppe Savini e dai membri Maria Assunta Iommi e Gianni Cordisco (segretario provinciale del Pd), decide di cedere l’autoporto al prezzo di 3milioni e 700mila euro sulla scorta di una perizia di valutazione estimativa effettuata dal personale dell’Agenzia regionale per le attività produttive, che ha valutato il terreno circa 3 milioni di euro e i fabbricati 715.600 euro.
Nella stessa delibera si da atto che il complesso immobiliare risulta destinato a servizi di autoporto-logistica (servizi di distribuzione delle merci, ricovero automezzi pesanti e simili). Insomma la grande opera pubblica inaugurata in pompa magna nel 2008 è destinata ora, stando ad alcune indiscrezioni, ad essere acquistata da un grosso gruppo che si occupa di logistica e che promette circa 800 posti di lavoro.
I sindaci del territorio sono rimasti per ora in silenzio. Chi parla invece è Gabriele Marchese.
“Non è una operazione chiara e trasparente”, tuona l’ex sindaco di San Salvo, “il territorio sta subendo una operazione calata dall’alto che desta molte perplessità. L’autoporto, che è costato circa 10 milioni di euro, verrà svenduto a 3milioni e 700mila euro. Mi piacerebbe sapere con quali criteri è stato stabilito il prezzo”.
Eppure l’intenzione di vendere l’autoporto di San Salvo non è affatto una novità. Ne parlò a suo tempo anche l’ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, il quale non fece affatto mistero della possibilità che le strutture realizzate sul territorio abruzzese, mai aperte e condannate ad un progressivo degrado, avrebbero potuto essere messe sul mercato nel caso in cui aziende private avessero manifestato un concreto interesse al loro utilizzo. L’autoporto fu realizzato dall’allora Coasiv (Consorzio Industriale) a ridosso della zona industriale e a un chilometro dal casello dell’A14. I lavori iniziarono alla fine degli anni ’80.
Anna Bontempo (Il Centro)