Il ricordo della figura del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e la toccante testimonianza telefonica di Michele Albanese, il giornalista de “Il quotidiano del Sud”, sotto scorta perché minacciato dalla ‘Ndrangheta. Il ruolo dell’informazione sotto la lente di ingrandimento al convegno “Comunicazione e legalità” organizzato dal Consiglio dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, nell’ambito di Vastophil 2020, la manifestazione filatelica nazionale promossa dall’omonimo circolo filatelico-numismatico presieduto da Giuseppe Galasso. Presenti al convegno i vertici regionali e provinciali dell’Arma, il sindaco Francesco Menna e il suo vice Giuseppe Forte e il Prefetto di Chieti, Armando Forgione.
“La libertà di stampa è un bene prezioso per questo Paese”, sostiene il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Stefano Pallotta, “che non è minacciata soltanto dalla criminalità, ma ci sono anche altre forme di minaccia meno pericolose, ma molto più subdole. In un contesto di precarizzazione della nostra professione, una querela o una richiesta di risarcimento in sede civile è lo stesso una minaccia di morte civile perché mette in condizione un collega di non poter esercitare liberamente la propria attività giornalistica”.
Uno dei momenti più toccanti è stata la telefonata in diretta di Albanese, il cronista calabrese a cui il 17 luglio 2014 la ‘Ndrangheta ha cambiato, suo malgrado, la vita. Da quasi sei anni vive sotto scorta. Seguito come un’ombra da due poliziotti che vigilano sulla sua sicurezza. Avrebbe dovuto partecipare al convegno, ma non gli è stato consentito. Tra i relatori era prevista anche la presenza di Simona Dalla Chiesa, figlia minore del generale ucciso dalla mafia. Prima del convegno è stata deposta una corona di alloro in piazza Carlo Dalla Chiesa dove c’è la caserma dei carabinieri.
Anna Bontempo (Il Centro)