Come promesso, ieri ho avuto modo – partecipando insieme alla sottosegretaria Puglisi all’inaugurazione del Centro di distribuzione di Colleferro di Amazon, il più grande, al momento, in Italia (con una superficie coperta di 115mila metri quadri) – di approfondire ulteriormente alcune modalità operative di agire da parte di Amazon, correlate anche alla discussa vendita dell’ex autoporto di San Salvo.
Le mie perplessità rispetto alla modalità di vendita rimangono, non essendo state smentite da nessuno; ma questo non mi ha impedito di comprendere attraverso un duplice e veloce confronto sia con Amazon che con Engineering K2 SpA (che in linea teorica, e spero presto anche in pratica, è l’unica che ha presentato offerta di acquisizione dell’area autoporto di San Salvo) alcune questioni.
Le riferisco a beneficio di tutti quelli che si sono pronunciati (e non) sulla vendita dell’autoporto:
- Amazon è certamente interessata a potenziare la sua presenza sulla dorsale Adriatica del nostro paese, che ovviamente ricomprende anche l’Abruzzo in forme anche differenziate di tipologie di investimento (poli logistici, centro di distribuzione, etc);
- Amazon agisce in varie forme e modi in generale attraverso “general contractor” che forniscono soluzioni chiavi in mano: Engineering K2 è, ipoteticamente, uno di questi; e scrivo ipoteticamente perché le politiche di sviluppo di Amazon, i suoi tempi e le sue modalità non consentono di determinare una associazione meccanica – oggi – tra il generale contractor ed Amazon stessa; d’altronde, a Colleferro, titolare del permesso a costruire è Vailog, società italiana specializzata nello sviluppo di grandi progetti immobiliari che ha un rapporto consolidato con il colosso dell’e-commerce;
- Engineering K2 SpA mi ha confermato l’impatto (e le parole sono importanti) indicato nell’offerta di acquisizione (3.150 persone a regime, cioè fra due anni), nonché la necessità di avere certezze sui tempi, considerato che il tempo di realizzazione di una struttura logistica sulla superficie acquisita è di 18 mesi;
- rispetto, infine, alla necessità di trasparenza da me dichiarata, posso dire di avere ricevuto ampissime assicurazioni sul fatto che, in forza di procedure ormai sperimentate e consolidate, tutti i processi di coinvolgimento delle realtà territoriali saranno svolti secondo principi “aperti” e, per certi versi, meritocratici e di qualificazione. Contro ogni bramosia, le imprese locali a parità di servizio e costi saranno favorite: e non in forza dell’essere “protette” o “segnalate”. E questo per me era il punto più importante (e reputo lo sia anche per tutti i cittadini).
Alla luce degli incontri avvenuti mi sento di dire: “per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo…. un tempo per tacere e un tempo per parlare”. Se ne è parlato abbastanza, ora è il momento di qualche breve silenzio e di azioni concrete.