“Non sono bastate tutte le criticità emerse nella gestione della fase acuta della pandemia da Coronavirus, con la costante mancanza di dispositivi di protezione individuale adeguati per il personale o le problematiche nella gestione di strutture inizialmente identificate come Covid free (vedasi l’Ospedale Renzetti di Lanciano) e poi diventanti luoghi di contagio. Adesso sembra che i vertici della Asl 02 Lanciano-Vasto-Chieti e in particolare il Direttore Generale Thomas Schael, si sarebbe perfino permesso di attaccare gli stessi operatori, che nei mesi scorsi sono stati in prima fila per aiutare i cittadini abruzzesi nella lotta contro il virus. Sarebbe addirittura arrivato a dire “questo non è l’incentivo perché hai fatto il cogl***e non facendo quello che dovevi fare …”. Un atteggiamento inaccettabile, riportato in una lettera firmata dall’Intersindacale Sanitaria Abruzzese, che raccoglie sotto di sé numerose sigle, in cui si racconta l’esito fallimentare di un tavolo convocato per accordarsi sulle premialità da distribuire ai lavoratori. Un racconto che, se confermato, rappresenterebbe una vergognosa mancanza di rispetto verso quelle persone che, anche in assenza di un equipaggiamento idoneo ad affrontare la pandemia, non si sono mai risparmiate, a costo di compromettere la propria salute”.
È un duro attacco quello sferrato dal Vicepresidente della Commissione Sanità in quota M5S Francesco Taglieri, che prosegue: “Per mesi abbiamo denunciato la disorganizzazione in cui si è trovata la Asl 02, e in generale tutta la sanità abruzzese, nella gestione della fase più grave della pandemia. La mia prima richiesta di informazioni alla Giunta regionale è arrivata a gennaio, quando il Covid sembrava essere uno spauracchio circoscritto a zone molto lontane dall’Italia e dall’Europa. La risposta che mi venne data era che tutto fosse efficiente e che la macchina sanitaria regionale fosse pronta ad agire di conseguenze. Alla luce dei fatti, però, le cose sono andate in modo molto diverso. Basti pensare a ciò che è avvenuto nel territorio della provincia di Chieti. Abbiamo letto disposizioni dell’Azienda ospedaliera che, nonostante l’acutizzarsi del virus, non facevano menzione né a misure di contenimento del contagio per gli operatori, né a qualsiasi sorveglianza sanitaria. Il piano di organizzazione territoriale poi è stato più volte modificato a causa delle continue positività che emergevano anche in strutture che non sarebbero dovute essere intaccate dai casi Covid. Tuttavia, se almeno in un primo momento potevano esserci attenuanti, le disfunzioni non hanno avuto rallentamenti col passare delle settimane, e gli unici a rischiare di subirne le conseguenze sono stati i lavoratori rimasti in corsia senza mai risparmiarsi, non i dirigenti che a mio avviso non sono stati in grado di creare una macchina organizzativa funzionante. E adesso che è arrivato il momento di riconoscerne le premialità per lo straordinario lavoro portato a termine, la Asl sembra addirittura voltare le spalle al lavoratori”.