A marzo ci siamo buttati da un treno in corsa senza paracadute, accettando nostro malgrado qualunque tipo di restrizione, volto ad arginare gli effetti di un virus di cui si conosceva poco o nulla. molti di noi hanno fatto fronte ad impegni pregressi, onorando pagamenti e scadenze, cercando nella fiducia e nella speranza i capisaldi per andare avanti. abbiamo navigato a vista, molto spesso nell’incertezza, mantenendo un confronto attivo e costruttivo sostenendoci a vicenda, ci siamo messi in gioco e reinventati di volta in volta.
Alcuni, non hanno retto la prima ondata è a loro è andata la nostra solidarietà e vicinanza, armati di pazienza e tanta buona volontà abbiamo riaperto le attività seguendo le prescrizioni indicate alla lettera.
Mascherina e distanziamento sono diventati parte integrante di noi stessi, anche con il caldo più torrido, nel rispetto degli operatori sanitari che da mesi giocano la partita piu’ importante atta a contrastare la diffusione del virus, e nel rispetto delle nostre famiglie e del nostro lavoro, duramente costruito.
Il lavoro dei mesi estivi, ha ammortizzato parte della chiusura iniziale, ma non è stato sufficiente.
Allo stato attuale penalizzare alcune categorie, a scapito di altre significa aver fallito tutti.
Le attività commerciali sono tutte essenziali in un sistema economico sano.
Dentro ogni attivitàci sono sacrifici, famiglie persone e impegni che muovono fette di economia.
molti di noi, potrebbero non farcela.
c’e’ grande amarezza e rammarico ma questa volta serviranno aiuti veri che possano garantire il pagamento dei singoli impegni che ciascuno di noi ha, fitti, stipendi, veri ed immediati, al personale ed a noi che sosteniamo le nostre famiglie con il nostro lavoro.
Dove sono le amministrazioni?!
Dov’è il potenziamento ospedaliero che andava organizzato nei mesi estivi e senza affanno?
Chiediamo a chi ci amministra presenza,
Chiediamo a chi ci amministra sostegno e controlli,
Affinchè le nostre attività possano svolgersi serenamente nel rispetto delle procedure indicate.
Chiediamo infine una revisione sulle decisioni intraprese.
“Abbiamo bisogno di contadini,
di poeti, gente che sa fare il pane,
che ama gli alberi e riconosce il vento.
più che l’anno della crescita,
ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.
attenzione a chi cade, al sole che nasce
e che muore, ai ragazzi che crescono,
attenzione anche a un semplice lampione,
a un muro scrostato.
oggi essere rivoluzionari significa togliere
più che aggiungere, rallentare più che accelerare,
significa dare valore al silenzio, alla luce,
alla fragilità, alla dolcezza.”
Franco Arminio
Consorzio Vivere Vasto Marina