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Accoltellato per lo sguardo di una ragazza

Ci sarebbe uno sguardo di troppo e un’attenzione insistente nei confronti di una ragazza dietro l’aggressione avvenuta il 12 luglio scorso a Vasto Marina nei confronti di tre giovani di Montesilvano da parte di diciannove ragazzi di Vasto di età compresa fra i 22 e i 16 anni.

Una scaramuccia dunque che si è trasformata in rissa e poi in tentato omicidio perché uno dei diciannove indagati ha colpito alle spalle con una lama uno dei tre giovani di Montesilvano provocando lesioni ad un polmone.

Ora i Carabinieri stanno cercando con l’ausilio dei cellulari dei giovani di scoprire chi fra i diciannove indagati ha inferto la coltellata. Gli investigatori sperano infatti di scoprirlo leggendo i messaggi scambiati su wathsapp. E’ per questo che il pm Michele Pecoraro e il collega Lorenzo Destro della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minori dell’Aquila hanno firmato diciannove decreti di perquisizione.

“Il mio cliente ha consegnato spontaneamente il proprio cellulare perchè non ha nulla da temere“, afferma l’avvocato Alessandro Orlando che difende uno dei sei minorenni coinvolti nella vicenda. Afferma lo stesso anche l’avvocato Antonello Cerella che aggiunge: “Per la famiglia del mio cliente è stato un duro colpo scoprire che il figlio è indagato. E’ una famiglia tranquilla e spera si tratti di un equivoco”.

Il difensore di uno dei ragazzi più grandi è l’avvocato Francesco Tascione che fa sapere: “Al momento le indagini sono ancora in corso. Ogni dichiarazione potrebbe rivelarsi errata”. Dal canto suo l’avvocato Fiorenzo Cieri è sicuro che la posizione del suo cliente sarà chiarita proprio dall’analisi dei messaggi.

Ad inchiodare i diciannove indagati sono state le immagini della videosorveglianza anche se la zona del pestaggio non era coperta. La vittima, e i suoi due amici non avevano mai visto prima gli aggressori, ma li hanno però saputo descrivere aiutando i carabinieri ad identificarli. I carabinieri al momento non parlano. “Le indagini che durano da quattro mesi sono arrivate alla fase più delicata”, dice il maggiore Amedeo Consales.

Paola Calvano

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