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Proroga del bando “Agriturismo”, Romano Trofino: “Noi sul mare nuovamente beffati”

“Cambiano i politici ma i burocrati sono quasi sempre gli stessi e stanno lì non per aiutare le imprese ma per rendere tutto più complicato chiedendo poi magari aumenti di stipendio al politico di turno”. A parlare è Romano Trofino dell’agriturismo Le Magnolie che interviene in merito alla proroga del bando della Misura (6.4.1.) del programma di Sviluppo Rurale riguardante la diversificazione delle imprese agricole.

“Devo sottolineare – sottolinea Romano – che ancora una volta il bando è stato fatto non per tutti gli agriturismi, ma solo per quelli delle zone montane e soprattutto aquilane. Vorrei ricordare che l’ultimo bando fatto sull’agriturismo risale all’era Chiodi-Febbo (centrodestra) e fummo completamente esclusi perché poterono partecipare solo gli agriturismi situate in zone collinare e montane. La giunta D’Alfonso-Pepe (centrosinistra) rispolverò poi una vecchia legge sul turismo (la 77/2000), racimolarono un po’ di euro e aprirono un bando al quale poterono partecipare tutti gli operatori escluso gli agriturismi in quanto gli stessi erano già stati finanziati con la legge precedente. Dunque, noi che lavoriamo al mare siamo stati nuovamente beffati”.

Con il bando attuale invece – continua Romano – possiamo partecipare, ma a condizione che non si tocchi “l’allegato 1 del Trattato UE”. In pratica possiamo diversificare facendo pane, pizza, dolci e birra! Non è consentito infatti la  trasformazione di frutta, ortaggi, vino, carne. E quindi, ancora una volta, il bando è rivolto alle zone montane visto  che noi, stando sul mare, non abbiamo aziende con seminativi ma vigneti, uliveti, frutteti, ortaggi”.

“Come se non bastasse – conclude il titolare dell’agriturismo – il bando è composto da 78 pagine – molto ingarbugliato – e quando qualche giornale scrive che l’Abruzzo rischia di rimandare indietro 28 milioni di euro alla UE perché non riusciamo a spenderli, non dobbiamo stupirci. È vergognoso come ancora una volta i cittadini e le partite IVA in generale vengono prese in giro e umiliati”.

 

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