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Tangenti al Cimitero di Vasto, in 17 sotto accusa

Sono 17 le persone che giovedì 19 novembre compariranno dinanzi al gip del tribunale di Vasto, Fabrizio Pasquale per presunte tangenti nell’operazione “Eterno riposo”. Il gip valuterà se accogliere o meno le richieste del procuratore capo di Vasto, Giampiero Di Florio.

A finire un anno e mezzo fa ai domiciliari tre ex dipendenti comunali accusati di “avere, in concorso fra loro, abusando della qualifica di incaricati dei pubblici servizi cimiteriali, indotto gli utenti a dare loro indebitamente somme di denaro per tumulazioni, pulizia di tombe e cappelle, ma anche per la rimozione di bare e riduzione di alcune spoglie, estumulazione e riduzione ossea di una salma e vilipendio su due cadaveri”.

Sotto accusa sono finiti anche 14 cittadini e su di loro pende l’accusa di induzione indebita. Avrebbero infatti beneficiato dei favori dei dipendenti pubblici. Sull’induzione indebita la legge Severino del 2012 recita che “è punibile non solo chi prende denaro, ma anche chi dà o promette denaro per sua utilità ad un pubblico dipendente”. I 14 cittadini rischiano dunque le stesse pene previste per i tre ex dipendenti comunali.

Diversi ora gli avvocati che si preparano a dimostrare la buona fede dei propri assistiti. In primis i difensori dei tre ex dipendenti comunali, Antonello Cerella, Massimiliano Baccalà e Alessandro Orlando.

L’indagine, durata quasi due anni, è partita da un cartello affisso all’esterno del cimitero firmato dal sindaco Francesco Menna che invitava i cittadini a consegnare denaro – per qualsiasi operazione cimiteriale – solo ed esclusivamente in municipio.

Dopo qualche settimana la polizia arrivò in municipio e acquisì diversi documenti: 20 anni di tumulazione, procedure, pagamenti, riesumazioni. Fra le carte sequestrate, anche il registro delle tumulazioni.

dal canto suo il procuratore capo Di Florio ha parlato di “una gestione parallela occulta e privatistica dannosa per il servizio pubblico”. Accuse che i difensori dei tre ex dipendenti comunali hanno sempre rigettato, parlando semmai di gesti di cortesia e disponibilità verso l’utenza.

Le accuse più gravi riguardano l’estumulazione dei defunti inseriti poi in contenitori più piccoli pur non essendo ancora concluso il processo di demineralizzazione.

Paola Calvano

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