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Paolucci su RSA: “La Regione attivi i dovuti controlli preventivi per evitare che diventino focolai”

“Il presidente annuncia test antigenici su tutta la popolazione aquilana per evitare focolai, ma la Regione sta controllando le Rsa, luoghi che risultano vulnerabili anche nella seconda ondata dei contagi anche in Abruzzo?” chiede il capogruppo PD Silvio Paolucci.

Aspettiamo di sapere quali iniziative si stanno prendendo a favore delle persone più a rischio, che sono quelle anziane e destinatarie di vaccini antinfluenzali non ancora pervenuti, specie se ospiti delle Rsa – riprende l’ex assessore alla Sanità – su cui, nonostante i casi della prima pandemia e quelli più recenti, gli ultimi proprio in una Rsa dell’Aquila, non ci risulta si stia facendo nulla e le azioni che dovevano essere promosse per evitare che tornassero focolai del virus sono ad oggi disattese. Diverse le istanze soprattutto da parte degli operatori sanitari, sintomo del bisogno di una maggiore presenza e attenzione istituzionale sul settore. 

Ricordiamo a Marsilio che con l’ordinanza n.93 ha previsto l’obbligatorietà, ogni 15 giorni, di sottoporre a tampone molecolare il personale sociosanitario che opera in quelle strutture, per prevenire o quantomeno arginare la diffusione dei contagi nelle centinaia di strutture residenziali abruzzesi. Sta accadendo? Chi sta controllando? Visto che l’ordinanza n. 45 mette in capo alle Direzioni generali delle Asl il monitoraggio e il controllo delle RSA e non certo ai NAS e alle Procure, che purtroppo sono intervenute per via dell’inerzia in alcuni casi, l’esecutivo lo ha attivato? 

La ribalta nazionale ha riportato all’attenzione il problema della tutela degli operatori che sono in trincea, perché è da lì che si possono riprendere le redini di una situazione del tutto sfuggita di mano, ma lo si sta facendo? Difficile crederlo se il personale del 118, personale ad alto rischio, viene definito tale nell’Ordinanza n.93, ma poi si escludono questi indispensabili operatori dagli incentivi per il rischio Covid. 

Non sono test per tutti a mettere in sicurezza la popolazione, ma un’azione capillare e programmata, che da quando è iniziata la prima emergenza, da parte del governo regionale non si è vista, né, gli effetti, sentiti”.

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