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Impianti sportivi, il Tar: “Ricorso irricevibile”

Il ricorso è stato presentato in ritardo e il Tar di Pescara lo dichiara  “irricevibile”. E’ una sentenza destinata a rinfocolare le polemiche interne al circolo tennis di Vasto quella emessa dai giudici amministrativi regionali che si sono pronunciati sul contenzioso avviato dal sodalizio per l’annullamento del bando relativo all’affidamento in concessione degli impianti sportivi del Parco Muro delle Lame. Il verdetto del collegio  – formato da Paolo Passoni, Renata Emma Ianigro  e Massimiliano Balloriani – non lascia adito a dubbi.

“E’ evidente la tardività della notificazione del ricorso”, scrivono i magistrati, “dal momento che il termine per la impugnazione del provvedimento doveva essere fatto decorrere dal 4 maggio 2020 e che al 10 giugno (data della notifica,  ndc), era abbondantemente decorso il termine di 30 giorni previsto dal rito speciale in materia di appalti”.

Il Tar ha in pratica accolto l’eccezione preliminare di rito sollevata dal Comune, rappresentato e difeso dall’avvocato Nicolino Zaccaria. Nel giudizio si erano costituiti anche le due società sportive vincitrici dell’appalto, lo Sporting club e la Polisportiva Promo Tennis, rappresentate dagli avvocati Giovanni Moscarini, Arnaldo Tascione, Mosè Ferretti e Paolo Nicola Muratore. 

Mi dispiace che si è dovuti arrivare a un tale livello di scontro rispetto ad un progetto di riqualificazione dell’intera struttura sportiva che prevede un totale di investimenti pari a  600mila euro ”, commenta il sindaco Francesco Menna, “stiamo parlando di investitori che dovrebbero essere accolti con un applauso, non con spintoni”.

L’avvocatura comunale, dal canto suo, aspettava la sentenza del Tar di Pescara per poter avviare una serie di azioni finalizzate al risarcimento dei danni per i ritardi nella riconsegna dei locali occupati dal circolo tennis.

Il verdetto dei giudici amministrativi arriva in un momento davvero poco felice per il sodalizio presieduto dall’avvocato Gabriele D’Ugo, in subbuglio per le dimissioni rassegnate da quattro componenti del direttivo e per la protesta di una trentina di soci che si sono dissociati dal ricorso presentato al Tar, avviato e depositato, a loro dire, senza una preventiva convocazione o approvazione da parte dell’assemblea. I dissidenti avevano anche declinato ogni tipo di responsabilità circa l’esito sfavorevole della controversia.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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