Depressione, ansia, stress, uso problematico di alcol e delle nuove tecnologie con conseguente deprivazione di sonno e alterazione dei ritmi circadiani. L’epidemia da Covid-19 ha provocato un aumento dei disturbi psicologici durante il lockdown, periodo che ha inciso profondamente sulla salute mentale delle persone. A rivelare l’altra faccia della pandemia – quella causata dalla mancanza di lavoro e dall’isolamento sociale – è il dottor Alessandro Gentile, psichiatra e psicoterapeuta di Vasto.
“I disturbi sono aumentati durante il lockdown, periodo in cui abbiamo visto inizialmente una tenuta da parte dei pazienti con problemi psichiatrici, anche se limitata nel tempo”, spiega lo specialista, “successivamente in seguito alle riaperture c’è stato un aumento di nuovi casi che hanno interessato la popolazione generale. C’è stato un aumento di sintomi e di disturbi, in particolare ansia e depressione, ma anche dello stress in generale. E’ stato evidenziato anche un incremento di uso problematico di alcol, che è la sostanza più facilmente reperibile, soprattutto nei supermercati, un misuso ( uso improprio ndc) di benzodiazepine, oltre ad un aumento dell’ uso compulsivo delle nuove tecnologie, in particolare di Internet, del gaming, ma anche di un uso incontrollato delle piattaforme che distribuiscono serie Tv, con conseguente deprivazione di sonno e alterazione dei ritmi circadiani, con alla lunga anche un aumento della sintomatologia depressiva”.
Quali sono le caratteristiche delle persone più colpite da questi disturbi?
“Non abbiamo grosse variazioni relativamente all’età, ma rispetto al genere si, con una prevalenza delle donne”, chiarisce lo psichiatra, “sono state le donne, che nel 50% dei casi sono rimaste a casa, quelle più colpite e che hanno accusato una sintomatologia depressiva e da stress”.
Quali consigli si sente di dare?
“Non è facile rispondere a questa domanda”, chiosa Gentile, “sicuramente vanno riconosciuti i segnali e non vanno sottovalutati i sintomi. Durante il lockdown è più facile avere ricadute o registrare insorgenza di stress. E’ opportuno rivolgersi ai servizi presenti sul territorio e ai professionisti. Principalmente agli psichiatri o agli psicologi. Anche la telepsichiatria può essere d’aiuto, anzi oggi rappresenta una grande scommessa. La letteratura statunitense sostiene che è una opportunità, un presidio importante. In ogni caso non si deve sottovalutare l’urgenza psicologica rispetto a quella fisica. E’ chiaro che la risposta non può essere solo medica, ma deve essere culturale. E’ importante informarsi, confrontarsi, tornando, una volta finita la pandemia, ad una vita di relazione che immagino differente alla vita pre Covid basata sul consumo. Oggi stiamo vivendo una nuova condizione che, con ogni probabilità, ci sta sottolineando alcuni aspetti che prima avevamo sottovalutato”.
Anna Bontempo (Il Centro)