Il prossimo Consiglio comunale del 30 novembre dovrà approvare debiti fuori bilancio per circa un milione di euro; la parte più consistente di questa cifra è relativa alla transazione di un debito con la Pulchra rivendicato dall’azienda con decreto ingiuntivo del 2016 per un importo complessivo 1.570.000 euro.
La vicenda, ben nota all’opinione pubblica, è tra le più controverse e oscure nello scenario amministrativo della città: si parte da una clausola iniqua della convenzione tra Comune e Pulchra che prevede gli oneri per i compensi del Consiglio d’Amministrazione e del Collegio dei sindaci a carico esclusivo del Comune, senza quindi una partecipazione proporzionale (49%) del socio privato SAPI srl. Il Comune ha pagato alla Pulchra questo anomalo “tributo” fino all’1/1/2004. A partire da questa data, non è chiaro per quali motivi, il Comune ha smesso di pagare le relative fatture alla Pulchra. Non ha pagato quindi il Sindaco Pietrocola (centro-destra) e hanno continuato a non pagare, senza peraltro impugnare l’iniquo art.10 della convenzione, i Sindaci Lapenna e Menna (centrosinistra). E così, con buona pace di tutti, il debito è aumentato, considerando gli interessi di mora, fino a un milione di euro, per arrivare a 1.570.000 euro per l’aggiunta di servizi erogati dalla Pulchra ma non pagati dal Comune nel periodo 2010-2013.
Nel 2016 avviene l’impensabile: la Pulchra, un’azienda partecipata dal Comune al 51%, fa causa al Comune presso il Tribunale di Vasto ed ottiene un decreto ingiuntivo per il pagamento integrale del debito. L’opposizione del Comune non viene iscritta a ruolo e ciò equivale ad una mancata opposizione.
A fronte di queste vicende può sembrare conveniente la transazione, proposta dai dirigenti comunali, che, quasi salomonicamente, riduce l’importo dovuto alla Pulchra da 1.570.000 a 870.000 euro.
Ma nella proposta di transazione c’è una clausola, per noi inaccettabile, che prevede per ambedue le parti la rinuncia a future rivendicazioni connesse al vecchio contratto 1998-2018.
Il M5S ha infatti contestato, da anni, la regolarità degli adeguamenti tariffari richiesti dalla Pulchra e concessi dal Comune nel periodo 2010-2018, a fronte di erronee dichiarazioni dei costi standard di manodopera e carburanti.
La nostra azione politica di controllo e stimolo verso la maggioranza per la tutela degli interessi del Comune ha portato il Consiglio comunale ad approvare, all’unanimità, una mozione che impegnava il Sindaco affinché gli uffici comunali procedessero ad una verifica e ricalcolo degli adeguamenti del canone Pulchra nel periodo 2010-2017, basandosi su dati di fonte terza, cioè ministeriale, piuttosto che su dati dichiarati erroneamente dalla stessa Pulchra (Deliberazione del Consiglio comunale n.54 del 17/05/2018).
Il Sindaco, nonostante avesse lui stesso approvato la mozione e nonostante da noi a più riprese sollecitato, non ha mai ottemperato agli impegni previsti dalla sopracitata Deliberazione comunale.
Le verifiche tecniche della legittimità degli adeguamenti avrebbero evidenziato che il Comune può rivendicare alla Pulchra la restituzione di importi non dovuti per una cifra dello stesso ordine di grandezza del debito oggetto della transazione. Ciò risulta
chiaramente da una nostra relazione allegata alla mozione presentata da Dina Carinci e Marco Gallo, in discussione nello stesso prossimo Consiglio comunale, in cui si chiedono di nuovo le verifiche sulla correttezza degli adeguamenti del canone nel periodo 2010-2017 così come disposto dal Consiglio comunale a maggio 2018.
Il Comune non può e non deve rinunciare ai suoi diritti di risarcimento, diritti da mettere sul tavolo della transazione, come farebbe qualsiasi buon amministratore.
Riteniamo necessario congelare la transazione per i pochi giorni necessari agli uffici per la verifica dei conteggi di adeguamento del canone.
Nessun colpo di spugna quindi sulle palesi e oggettive irregolarità dei canoni rilevate e ripetutamente denunciate dal M5S di Vasto.
M5S Vasto