“In Abruzzo mancano circa 160.000 dosi di vaccini anti influenzali. I racconti esasperati di cittadini e operatori sanitari alla ricerca di dosi vaccinali sono confermati dagli accessi agli atti portati avanti in questi mesi che, peraltro, smentiscono clamorosamente la propaganda elettorale del Presidente Marsilio, altro che i dati delle sue grafiche. Se non avremo risposta dall’Esecutivo attiveremo le procedure per istituire una Commissione d’inchiesta”, questa la denuncia dei gruppi di centrosinistra in Consiglio regionale del Pd, Legnini Presidente, Gruppo Misto e Abruzzo in Comune.
“I dati nella loro drammaticità: a fronte di un fabbisogno di 405.000 dosi (dato delle 4 Asl Abruzzesi), La Regione ha aggiudicato il 78% delle dosi dei vaccini necessari, pari a 331.500 ma ha consegnato solo 247.700 dosi, pari al 60% del fabbisogno. E non si sa se il restante 40 per cento arriverà. Anzi, è fortemente probabile il contrario”.
“Dagli atti risulta che la Regione si è mossa con un considerevole ritardo – illustrano i consiglieri Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto, Marianna Scoccia, Sandro Mariani – Solo il 25 giugno le Asl hanno comunicato i fabbisogni, sollecitate a estate ormai inoltrata su un tema così importante: addirittura la nota del Dipartimento all’Aric, dall’Agenzia regionale d’informatica e committenza, stazione appaltante per le gare relative alla fornitura dei vaccini, è solo del 22 luglio, mentre il potenziamento di 30.000 dosi viene richiesto da Chieti dopo il 14 agosto e, a cascata, su sollecitazione dell’Aric, le altre tre Asl hanno incrementato di 4.000 dosi anche il proprio fabbisogno, che in un primo momento avevano confermato identico a quello del 2019. Tardiva anche la delibera di Giunta n. 394, che ha fissato al 1° ottobre l’avvio della campagna vaccinale e che porta la data del 14 luglio, quindi è arrivata 20 giorni dopo la trasmissione dei fabbisogni da parte delle Asl e la stessa è stata trasmessa addirittura solo il 22 luglio, con comodo. Per quanto riguarda le gare, l’ultima è di ottobre, tanto da finire anche in un’inchiesta di Cittadinanzattiva sugli approvvigionamenti delle regioni, che relega l’Abruzzo all’ultimo posto per tempi e avvedutezza. Fatti che indicano una sola cosa, l’assenza di un indirizzo politico-programmatico su una materia sensibilissima qual è la prevenzione. Marsilio dà i numeri, ma la verità emerge grazie ad un secondo accesso agli atti, necessario perché quello che è accaduto e sta accadendo sulla campagna vaccinale contro l’influenza è inedito fino ad oggi, oltre che scandaloso. Dalle carte avute dall’Agenzia regionale d’informatica e committenza la verità affiora nero su bianco. Con la determina nr 141/2020 venivano assegnati i lotti 1-3-4 ma andava deserta l’aggiudicazione per l’importantissimo tetravalente (188.000 dosi) poi, al 50% aggiudicate con successiva determina, la n. 154/2020 (124.000) alla ditta Sanofi. Qui però si scopre (nero su bianco) che sono appena 59.600 le dosi arrivate in Abruzzo sulle 94.000 della gara relativa alla fornitura di vaccino influenzale tetravalente virus split inattivato vaxigrip. E c’è dell’altro, della posta richiesta resta una parte che non potrà essere acquisita, per via della sua dubbia provenienza, visto che, si legge testualmente nella determina, si sono riscontrate: “problematiche inerenti la non conformità di alcune caratteristiche tecniche che non avrebbero superato i controlli di sicurezza da parte dell’agenzia del farmaco francese, per cui sarebbe in forse la consegna delle restanti 34.400 unità”.
“A questo punto lo scenario si complica, perché sempre in assenza di un indirizzo programmatorio, la Asl di Chieti il 14 agosto comunica un’ulteriore richiesta di dosi (noi abbiamo detto fin dall’inizio che non ci sembrava una scelta saggia confermare lo stesso numero di sodi degli anni precedenti), come detto, l’Aric chiede anche alle altre Asl e il 26 di agosto si copre che alle manchevoli dosi di tetravalente si aggiungono ulteriori richieste per ulteriori 88.000 approvvigionamenti dei lotti 1-2-3-4. Del ricercatissimo tetravalente viene proposto un prezzo maggiorato di 4 euro a due, con obbligo di acquisto di tutte le dosi richieste, le Asl comunicano (come da documentazione allegata) la rinuncia, attestando che quelle dosi in più, a un maggior prezzo, a metà di dicembre, quando la campagna si intende sostanzialmente conclusa, non servono”.
“L’Aric avvia nuove procedure, alla fine di cui afferma che ha aggiudicato il 78 per cento delle dosi richieste da ogni Asl (331.000 dosi su 405.000 richieste dalle Asl abruzzesi, ma la distribuzione è ferma al 60% (247.700 su 405.000, utilizzando 40.000 dosi in più del lotto 3 per coprire in piccolissima parte il lotto 2), perché anche di ciò che è stato aggiudicato non si conosce lo stato dell’effettiva distribuzione, per problemi “tecnici”. Tradotto significa che non avendo documenti di trasporto adeguati, quelle dosi non sono arrivate e rischiano di non arrivare, essendo ormai a fine novembre. Ma non si capisce materialmente dove siano e perché si trovino in questa sorta di “non luogo”. Peraltro hanno utilizzato 40.000 dosi in più del lotto 3 per coprire la drammatica carenza del lotto 2 come sovrapposizione clinica non sempre possibile”.
“Altro che penuria dei vaccini, come Marsilio va dicendo ufficialmente, facendo passare per sciacallo chi denuncia questa assurda situazione: tutte le carte smentiscono i dati che la Regione intabella da quando è esplosa la gestione negligente, caotica e confusa della fornitura dei vaccini antinfluenzali, un fallimento totale, su cui abbiamo finalmente ottenuto e ringraziamo il Presidente Smargiassi per la sensibilità, la convocazione di una seduta della Commissione vigilanza, che mercoledì prossimo si riunirà per fare chiarezza, assegnare le responsabilità e capire se saremo in grado coprire il fabbisogno o no. Intanto lo scadere della campagna si avvicina senza che migliaia di persone abbiano potuto vaccinarsi, parliamo di anziani, di pazienti immunodepressi, di soggetti a rischio, e che rischiano di affrontare una eventuale terza ondata sprovvisti di questo fondamentale strumento di copertura. I dati parlano da sé: in Abruzzo quest’anno il rischio di non capire il fabbisogno delle coperture vaccinali è elevatissimo e qualcuno deve assolutamente assumersi le responsabilità. Una situazione mai accaduta prima d’ora e questo esecutivo dovrà rendere conto del perché si è ricordato della campagna imminente a metà agosto; del perché ha ordinato dosi insufficienti, come se il covid non ci fosse mai stato; del perché continua a mentire alla popolazione che avrebbe dovuto vaccinare e tutelare, almeno, dall’influenza”.