Dal 2006 ad oggi il Comune non ha manifestato alcun interesse a ristrutturarlo e il contratto di comodato testualmente dice che “passati 15 anni, qualora il comodatario (Comune ndr) non avesse dato corso ad alcun tipo di azione finalizzata al recupero, il Comodante (la Curia) può recedere dal contratto”.
Il 31 gennaio 2021 – fra sei settimane – c’è una scadenza importante per il Comune di Vasto. Se non avvia i lavori di ristrutturazione del Palazzo Genova Rulli a Porta Nuova, decade il “contratto di comodato d’uso” e la proprietà torna nelle mani del Vescovo (o meglio del Seminario Arcivescovile di Chieti-Vasto).
Per far capire meglio i termini della questione ripercorriamo tutti i passaggi di questa assurda vicenda.
La storia ha inizio con il Consiglio Comunale di Vasto – sindaco Pietrocola – che con delibera 47 del 3 agosto 2005 decide di acquisire in comodato d’uso il palazzo Genova Rulli a Porta Nuova, Vasto, con una discutibile contropartita: il Comune benevolmente poneva fine ad un lungo contenzioso e cedeva“in proprietà” alla Curia alcuni locali del Complesso del Carmine.
Il 31 gennaio 2006 furono sottoscritti gli atti. Il “contratto di comodato d’uso”tra Comune e Seminario Arcivescovile di Chieti-Vasto prevede, tra l’altro, questi specifici punti: “il comodato avrà la durata di 60 anni, oltre a due anni per ogni 500.000 euro investiti, fino ad un totale massimo di ulteriori 20 anni”; al Comune viene riconosciuto il diritto di prelazione in caso di vendita o affitto; “passati 15 anni, qualora il comodatario (Comune ndr) non avesse dato corso ad alcun tipo di azione finalizzata al recupero, il Comodante (la Curia) può recedere dal contratto”; “Il Comune di Vasto si obbliga ad effettuare tutti gli interventi di recupero e restauro conservativo necessari per completo ripristino della fruibilità dell’immobile”; da “eseguire a propria cura e spese”.
Questi sono stati i passaggi iniziali, tutti avviati dal Centrodestra, ma a giugno 2006 va al potere il Centrosinistra. E da allora lettera morta. Né Lapenna né Menna si sono seduti a tavolino per esaminare come poteva essere valorizzato questo prezioso gioiello architettonico, a tutto vantaggio della città. Né è stato mai esplorato se si poteva trovare qualche canale di finanziamento.
Arrivati a questo punto ci rivolgiamo all’intero Consiglio Comunale, sperando di trovare qualche “anima buona” che voglia prendere a cuore il problema, cerchi di individuare un canale di finanziamento e blocchi la restituzione del bene al Vescovo. La Città del Vasto ha bisogno del Complesso Genova Rulli a Porta Nuova, è di inestimabile valore! Anche perchè confina con il grande edificio dell’ex Istituto d’Arte: con i due immobili si possono fare mille grandiosi progetti!
Nicola D’Adamo