Opere di contenimento con tecniche di ingegneria naturalistica e interventi di regimentazione delle acque. Mirano alla riduzione del dissesto idrogeologico presente nella riserva naturale di Punta Aderci gli interventi finanziati dalla Regione con un contributo di 270mila euro ed illustrati nello studio di fattibilità redatto dall’ufficio tecnico comunale. E’ la prima risposta al grande incendio che ha interessato l’area protetta il 30 agosto scorso.
Il rogo che si è sviluppato a partire dalla sommità della falesia propagandosi verso il mare fino all’area dunale, interessando anche opere e manufatti esistenti, ha evidenziato la presenza di diversi fenomeni erosivi e franosi. E’ quindi sorta la necessità di programmare, sulla base del verbale del sopralluogo redatto dal Genio Civile, una serie di interventi infrastrutturali a basso impatto ambientale, volti alla riduzione del rischio idrogeologico del versante della falesia, dove alla presenza di tronchi di alberi carbonizzati fa da contraltare la ricrescita della vegetazione, segno che la natura sta facendo la sua parte.
Le soluzioni previste nello studio di fattibilità redatto dagli ingegneri Luca Giammichele e Franco Del Bonifro del settore Lavori Pubblici, sono opere di contenimento con tecniche di ingegneria naturalistica ed interventi localizzati di regimentazione delle acque in corrispondenza dei manufatti esistenti.
Nello specifico i tecnici comunali parlano di palificate semplici, di sostegno e stecconata realizzata con picchetti di legno e tavoloni in larice a protezione dell’area attrezzata adibita a pic nic nelle vicinanze del Centro Visite.
“A tali interventi vanno affiancate opere per il ripristino delle infrastrutture di servizio del Parco”, sottolineano i progettisti, “ed attività di riforestazione con arbusti e piante autoctone al fine di contenere l’erosione superficiale con l’innesco di smottamenti e frane per le aree a maggior pendenza”.
Sulla necessità di rinaturalizzare l’area a monte della falesia avevano insistito i botanici Gianfranco Pirone e Caterina Artese che a distanza di qualche giorno dall’incendio avevano effettuato un sopralluogo tecnico-scientifico nella riserva. Resta da vedere ora se allo stanziamento già assegnato di 270mila euro – che per la Regione è “una prima risposta” alla criticità evidenziate dal rogo del 30 agosto – faranno seguito altri contributi.
La stima dei danni causati dall’incendio ammontano a 291.750 euro, stando alla relazione rimessa dalla Cogecstre, la cooperativa di Penne che ha in gestione l’area protetta. Nel lungo elenco messo a punto era rimasta in bianco la casella relativa al dissesto idro-geologico e alla realizzazione di scarichi per le acque bianche.
Anna Bontempo (Il Centro)