Era agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico già da qualche tempo, un cittadino albanese, il quale era stato gentilmente ospitato da una coppia di amici residente a Chieti, romeno lui, italiana lei. Ma evidentemente il lockdown, le continue restrizioni e il fatto che l’albanese non pagasse l’affitto, hanno indotto i due a prendere la drastica decisione.
Partiamo dall’inizio: C.L. di 39 anni si trova agli arresti domiciliari per furto e stupefacenti e, in nome di una antica conoscenza la coppia gli consente di occupare una stanza nella propria abitazione di Chieti. Qualcosa deve essersi rotto tra i coniugi e l’uomo, perché improvvisamente scatta l’allarme del braccialetto elettronico: i carabinieri della Stazione di Chieti Principale trovano l’albanese in strada, tra l’altro senza il dispositivo indossato. Lo riportano a casa, ma davanti alla porta trovano la coppia che si oppone al rientro dell’ex amico e confessano di aver distrutto loro il braccialetto elettronico perché non sopportavano più l’uomo in casa.
Morale della favola i carabinieri denunciano la coppia per procurata evasione e danneggiamento, ma non è tutto. In un angolo notano un cagnolino spaventato e in condizioni igieniche precarie e chiamano sul posto il veterinario che accerta che il cucciolo è vittima di abbandono. Per cui la coppia oltre che un procedimento penale, dovrà pagare una sanzione che va da € 1.000 a € 10.000 ai sensi dell’art. 727 c.p..
Diversa la sorte per C.L. che dopo qualche giorno è stato arrestato dai carabinieri di Chieti Principale su ordine del Tribunale di Napoli e portato in carcere a Vasto.