Come purtroppo è noto, da circa una settimana, all’interno della struttura, si è sviluppato un focolaio di Covid19 che ha colpito un’ampia percentuale di ospiti ed anche un discreto numero di operatori sanitari.
Da osservatrice imparziale mi sento di poter affermare che nella struttura sono state applicate fin dal mese di marzo tutte le regole ed i protocolli atti a salvaguardare la salute degli ospiti e quella di coloro che si prendono cura di loro (anche se questa cosa ha penalizzato tanto il rapporto con i nostri cari…). A quasi un anno dalla diffusione del virus nel nostro territorio, infatti, a differenza di quanto è accaduto in quasi tutte le strutture sanitarie, non si erano mai registrati contagi.
Dal momento in cui si è appreso che si era evidenziato un possibile contagio, sabato scorso, non ho potuto che apprezzare la velocità (poche ore…) con cui sono stati eseguiti i tamponi rapidi su tutti gli ospiti ed il personale. Purtroppo, i numerosi esiti positivi dei suddetti tamponi rapidi imponevano un’immediata verifica con tamponi molecolari da parte della Asl, che non ha manifestato la stessa rapidità ed efficienza.
I tamponi molecolari, eseguiti mercoledì scorso, hanno evidenziato un’ulteriore diffusione del contagio tra gli ospiti e il personale.
Al momento la situazione sta diventando insostenibile per il personale non contagiato che deve farsi carico di turni massacranti, con il rischio che la grande quantità di incombenze e le poche ore di riposo portino a commettere errori dovuti alla scarsa lucidità.
Mi rivolgo a tutte le autorità, sanitarie e non, affinché possano, nel più breve tempo possibile, predisporre un intervento con invio di personale medico, infermieristico e ausiliario. Basterebbero anche poche unità a portare un sollievo immediato al personale ormai stremato.