Torna alla ribalta il cementificio che la Escal vuole realizzare nella fascia di protezione esterna della riserva naturale di Punta Aderci. A distanza di sette mesi dalla sentenza del Tar di Pescara, che a luglio 2020 aveva accolto il ricorso presentato da Legambiente e Wwf contro il parere favorevole del Comune alla valutazione di incidenza ambientale (Vinca), la società di Manfredonia si è rivolta al Consiglio di Stato.
L’obiettivo è quello di ribaltare la decisione dei giudici pescaresi che avevano censurato l’operato degli uffici tecnici, ritenendolo “illegittimo e carente sotto diversi punti di vista”.
Una notizia che non ha colto di sorpresa le associazioni cittadine, convinte come sono che la ditta, intenzionata a produrre leganti idraulici (cemento) a due passi dall’area protetta, non avrebbe rinunciato a proporre ricorso.
Continua quindi a colpi di azioni legali l’antica querelle sulla difficile convivenza tra area industriale di Punta Penna e riserva di Punta Aderci con la sistematica rincorsa a progetti che poco si conciliano con la presenza di un’area protetta. L’annosa vertenza si è arricchita nei giorni scorsi di un nuovo tassello: il parere favorevole rilasciato del dirigente comunale, Stefano Monteferrante alla valutazione di incidenza ambientale per la realizzazione di una condotta interrata sottomarina (sealine) lunga 1.350 metri per lo scarico degli olii vegetali.
A proporre l’intervento è la Ecofox, l’azienda di Punta Penna che produce biodiesel ed il cui obiettivo è quello di scaricare oli vegetali i quali saranno veicolati, attraverso la sealine sotterranea verso lo stabilimento e successivamente stoccati negli appositi serbatoi presenti all’interno del capannone.
La finalità principale dell’opera è quella di rendere più economica l’operazione di scarico dell’olio vegetale con l’arrivo di navi cisterna più grandi di quelle attuali. Tornando al cementificio contro il quale ci fu una forte mobilitazione popolare, Legambiente e Wwf stanno ora esaminando, insieme al loro legale, avvocato Francesco Paolo Febbo, il ricorso della Escal, che sembra sia stato notificato solo da pochi giorni.
L’intenzione, ovviamente, è quella di non lasciare nulla di intentato per ostacolare l’insediamento. A suo tempo per il Tar di Pescara determinante fu la mancanza del parere del Comitato di gestione della riserva naturale di Punta Aderci, ma nell’elenco dei motivi che spinsero i giudici amministrativi ad accogliere il ricorso di Legambiente e Wwf non mancarono illegittimità, inadempienze e mancato recepimento di disposizioni regionali.
Nel contenzioso si era inserita con un intervento “ad opponendum” l’Oasi, l’associazione che raggruppa alcuni operatori della zona industriale di Punta Penna, la cui legittimazione, seppur contestata dalle associazioni ricorrenti, venne riconosciuta dal Tar.
Anna Bontempo (Il Centro)