Il comunicato emesso l’altro giorno dal Sindaco di Vasto e dall’Assessore alle Politiche Ambientali “in seguito alle numerose segnalazioni ricevute in da parte dei cittadini in merito agli odori nauseabondi dovuti dalle emissioni provenienti dalla Zona Industriale di Punta Penna” è un bell’esempio di fariseismo se non di vera e propria ipocrisia.
“È una problematica”, dicono, “che si ripete da mesi”. Da mesi??? ma se sono decenni… Decenni in cui la questione è stata sistematicamente ignorata dai sindaci che si sono succeduti (con una sola eccezione, di cui diremo qui di seguito) . Questa Amministrazione, riconosciamolo, la questione non la ignora. Preferisce nascondersi dietro un dito.
“L’Ufficio Ambiente si è attivato per trasmettere all’Arta e alla Asl una nota affinché ci sia un intervento concreto … invitiamo la Regione Abruzzo ad investire risorse economiche… auspichiamo di avere risposte adeguate… continuiamo a confrontarci con l’Università D’Annunzio che sta lavorando a delle sperimentazioni scientifiche…”
Il Sindaco di Vasto e l’Assessore alle Politiche Ambientali forse non sanno che un paio di cosette potrebbero farle. Potrebbero ad esempio mandare un vigile urbano a vedere da dove di preciso viene il fetore. Non dovrebbe essere difficile… Così si smetterebbe di parlare genericamente di “emissioni provenienti dalla Zona Industriale”.
E poi, una volta accertato il misterioso responsabile potrebbe, il Sindaco, procedere con “l’adozione in via cautelare di interventi finalizzati ad impedire la continuazione o l’evolversi di attività che presentano i caratteri di possibile pericolosità, per effetto, in particolare, delle esalazioni […] e ciò per contemperare le esigenze di pubblico interesse con quelle pur rispettabili dell’attività produttiva.” Non sono parole nostre: sono parole del Consiglio di Stato, che sul tema ha ormai prodotto una giurisprudenza consolidata[1]. Il Sindaco, scrive il Consiglio di Stato, per effetto delle prerogative/doveri derivanti dall’applicazione puntuale degli artt. 216 e 217 del RD 1265/34 [Testo Unico delle leggi sanitarie] “è titolare di un’ampia potestà di valutazione della tollerabilità o meno delle lavorazioni provenienti dalle industrie, classificate «insalubri», e l’esercizio di tale potestà può avvenire in qualsiasi tempo.”
“Inoltre, l’autorizzazione per l’esercizio di un’industria classificata insalubre è concessa e può essere mantenuta a condizione che l’esercizio non superi i limiti della più stretta tollerabilità[2]”.
Su questo argomento, con le identiche considerazioni, siamo già intervenuti: nel luglio 2004; nel settembre 2005; nel novembre 2010; infine il 17 febbraio 2013.
Di quest’ultimo comunicato ci pare istruttiva una citazione: “I cittadini di Vasto devono sapere che il loro Sindaco, a una settimana dalle elezioni, giustamente preoccupato della notizia delle emissioni irritanti a Punta Penna si è tempestivamente attivato per risolvere al più presto la questione: “Voglio che questa vicenda si chiarisca perché non è possibile che i lavoratori debbano essere esposti a sostanze irritanti e, anche quando mettono nero su bianco un problema di questa portata, non se ne riesca venirne a capo”. Così ha dichiarato ieri. E allora ha convocato un incontro urgente, «una conferenza per discuterne con Regione, Asl e Arta in modo da trovare una soluzione nel giro di qualche settimana». Qualche settimana.”
Associazione civica Porta Nuova